CAIVANO – La Camorra c’è ed esiste. È un fatto intrinseco. Essa è frutto dei nostri comportamenti e delle nostre ossessioni. A Caivano la camorra è malcostume oltre che un’entità viva e vegeta che si nutre della ricchezza del territorio. Lo dimostra l’ennesima minaccia ricevuta da Ciro Pisano, giornalista del territorio e candidato alle elezioni amministrative concluse due giorni fa.
Il contenuto della lettera minatoria, trovata dalla mamma del giornalista mentre saliva una cassa d’acqua su al primo piano, è emblematico. L’ostentazione del controllo del territorio da parte di certi individui è palese, così come lo è il destinatario e il fine.
Non possiamo vivere, nel 2020, ancora con la paura che se qualcuno ha voglia di migliorare la propria comunità possa un domani avere a che fare con questa gentaglia.
Gente disposta a minacciare un ragazzo poco più che ventenne per i propri loschi affari sul territorio. Gli stessi affari che hanno ridotto la città caivanese ad un dormitorio e guai a chi si mette in testa di cambiare questi equilibri o di far uscire fuori la verità su chi davvero muove i fili sul territorio. Queste sono le conseguenze.
Allora è arrivato davvero il momento di dire NO alla camorra, NO ai soprusi e alla violenza. Se davvero la comunità caivanese ha scelto in piena libertà è giunto il momento che la politica tutta raduni la parte sana della città e faccia capire realmente a questa minoranza di invasati chi comanda veramente in città.
L’accaduto è stato prontamente denunciato al Commissariato di PS di Afragola dal diretto interessato e da lì sono partite già le indagini.
#IoStoConCiroPisano di seguito il contenuto della lettera minatoria: