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“Ero negativo al tampone, solo dopo mi hanno detto dei 14 giorni di incubazione”. Il racconto di un 26enne contagiato

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Le precauzioni non sono mai troppe, è vero ma se si dice ad un ragazzo che il tampone è risultato negativo e può uscire, tralasciando un “particolare” non da poco, quale è quello dei 14 giorni di incubazione, le cose sono molto gravi.

Questo è quello che è accaduto ad un 26enne che è stato in vacanza in Sardegna e che poi si è recato a Cortina per continuare la sua villeggiatura. Ma questo è quello che sta succedendo ovunque, anche in Campania e che nessuno racconta.

I ragazzi tornano dall’estero o dalla Sardegna, fanno il test, risultano negativi e magari dopo neanche 24 ore sono in piscina o a fare un aperitivo con gli amici. Ed i 14 giorni di incubazione?! Bhè, quelli sono stati dimenticati da tutti!

E’ così che uno tra i tanti, un ragazzo 26enne tornato a Cortina dopo la vacanza in Sardegna, ha abbracciato la nonna 93enne, i familiari ed ha anche partecipato al “Cortina Summer Party”. Peccato poi che le cose sono peggiorate e che com’è ovvio che possa accadere, il giovane sia risultato positivo solo dopo e che ora è in ospedale, ricoverato con una polmonite interstiziale nel reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Belluno.

In un’intervista su Il Messaggero il ragazzo, preoccupato per il rischio di aver contagiato la sua famiglia e chissà quanti altri, ha raccontato la sua storia: «Sono stato in vacanza nella Baia di Porto Istana, tra San Teodoro e Porto Rotondo, con un gruppo di amici. Quanti? Macché dieci, almeno 75, è una piccola baia, ci arrivano da tutta Italia, una sorta di raduno, un bel 15 per cento è positivo».

Continuando «La notte prima dell’esito del test l’ho passata da amici. Quando poi mi hanno avvertito che ero negativo, era il 19, ho pensato: “che bello, ora comincia la vacanza, posso andare ad abbracciare e baciare la nonna”. Ho trascorso le giornate tra gite e soste nei bar. Il 20 ho partecipato al Cortina Summer Party, dove devo dire che tutte le precauzioni erano state adottate, ma certo se sapevo di essere positivo non avrei dato la mano a nessuno, non sarei andato in giro».

Qualche giorno dopo ha iniziato però ad avere la febbre e una sua cara amica, che era stata con lui in Sardegna, lo ha chiamato per dirgli che era positiva, così ha chiamato l’Asl ed è iniziata una lunga trafila burocratica fino a quando il padre non lo ha accompagnato a fare il tampone ed è risultato negativo: «mi hanno ricoverato: sono stabile ma non grave, un paziente covid asintomatico con polmonite da pneumococco».

Dopo i medici gli hanno spiegato che anche con un tampone negativo il tempo di incubazione del virus è sempre di 14 giorni:  «È un’informazione vitale, la gente non lo sa, in Veneto non danno informazioni vitali: non scrivere negativo se non sono passati 14 giorni dall’ultimo contatto. Mi sarei evitato due giorni di polmonite dentro casa mettendo a rischio tutta la lista di centinaia di persone con cui sono stato a contatto».

Così come il 26enne di Cortina sono tantissimi i ragazzi rientrati in Italia che hanno fatto il tampone e dopo essere risultati negativi sono andati in giro. Magari sono stati superficiali, ma non saranno stati altrettanto superficiali anche le Asl, i medici e le istituzioni che hanno “superficialmente omesso” un dettaglio vitale, ovvero quello dei 14 giorni di incubazione?

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