L’istituzione delle Regioni a statuto ordinario, avvenuta nel 1970, pose in primo piano il problema del riassetto di strutture e funzioni degli enti locali, ma oggi, dopo 50 anni dalla loro fondazione, ci si chiede se la lora struttura abbia un senso e soprattutto se serva a qualcosa di concreto.
Funzionano nel loro ruolo di gestione di un segmento sociale importante come la Sanità? E aiutano lo Stato centrale nella missione dì ridurre gli squilibri economici della società italiana?
E’ stato ieri il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a rimettere tutto in discussione e a dire che il divario tra Nord e Sud è ancora troppo ampio.
Il Capo dello Stato ha ricevuto ieri, 4 agosto, i Presidenti Regionali al Quirinale ed ha riacceso un dibattito politico “scottante”. II Presidente della Repubblica ha sottolineato che se le Regioni vogliono avere un ruolo anche nelle decisioni strategiche sull’uso delle risorse europee garantite dal Recovery Fund europeo devono chiaramente gatantire a tutti gli stessi diritti.
Mattarella ha così ricordato ai Governatori l’Art.5 della Cosituzione: “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento“.
E’ lo Stato ed il potere centrale dunque a dover fare da guida alle Regioni e non viceversa. Tra i due, enti locali e Stato centrale, dovrebbe esserci un rapporto di collaborazione e coordinazione, ma purtroppo come hanno dimostrato fatti recenti, spesso questo manca.
Il Presidente della Repubblica ha riconosciuto che il contributo delle Regioni è «prezioso» ma ha chiesto anche «un utilizzo equo, efficace ed efficiente delle risorse».
Che ci sia molto divario tra una regione e l’altra e tra lo stato e queste ultime lo sottolineano anche le recentissime polemiche sui trasporti pubblici con il ministero della Salute che ha disposto la permanenza del distanziamento e quattro Regioni che lo hanno revocato.
«È importante che la soggettività politica delle Regioni si sviluppi non in contrapposizione con l’indirizzo politico statale ma in chiave di confronto e di cooperazione» ha concluso il Presidente della Repubblica.
Il richiamo è dunque alla solidarietà e alla collaborazione e non ad un’acerrima contrapposizione alla politica nazionale.