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Macron: “I paesi europei hanno bisogno d’unità”. Ma le divisioni sono tante

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I nostri paesi hanno bisogno dell’unità: stiamo affrontando la questione dello stato di diritto per poi passare al fondo di rilancio e la sua governance. I dissensi sull’entità della cifra e le modalità della stessa hanno bisogno di un compromesso non a spese dell’ambizione, perché ci troviamo dinanzi ad una crisi che ci fa battere e discutere ancora”. Così il Presidente francese Macron dopo oltre 30 ore di trattativa per l’intesa alla realizzazione del più grande piano economico europeo dal dopoguerra: il Next Generation EU, che intenderebbe porre delle fondamenta più ambiziose per l’Europa della prossima generazione, con all’interno anche il piano cosiddetto di Recovery Fund per un complessivo di 750 miliardi di euro, via di mezzo tra i 500 proposti da Francia e Germania e i 1000-1.500 miliardi che Paesi come l’Italia chiedevano. (Di questa cifra, che si baserà su una nuova dimensione e concezione del bilancio europeo, 500 miliardi di euro saranno sussidi a fondo perduto (grant) e 250 miliardi saranno prestiti a lunghissima scadenza – loan).

Resta ferma la posizione olandese, che ha a cuore, nel bilancio pluriennale, l’eccessivo aumento dei rimborsi. Mark Rutte, Primo Ministro dei Paesi Bassi, è infatti per la linea dura. All’entità del Recovery Fund che vuol portare a casa il Presidente del Consiglio italiano Conte, Rutte risponde ‘picche’ chiedendo riforme e innovazione del mercato del lavoro. Per tutta risposta Conte affonda sui paradisi fiscali da combattere in Olanda.

La più morbida posizione di Macron cerca la mediazione con Angela Merkel ed il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, ed il nostro premier Conte approfitta per ribadire come il veto di anche un sol paese che possa fermare i finanziamenti, sia inaccettabile. Non escludendo addirittura eventuale ricorso alla Corte di Giustizia europea. “Attendiamo una risposta adeguata e proporzionale” chiosa a par suo. Intanto maggioranza compatta nel difendere il premier, Crimi in testa. Il segretario del PD Zingaretti blinda Conte, dicendo che sta lavorando non solo per l’Italia ma proprio per la stessa crescita dell’Europa. Alla fine, l’ammontare del Next Generation EU non dovrebbe esser toccato ma i sussidi potrebbero scendere a 450 miliardi, i prestiti salire da 250 a 300 miliardi. In questo modo l’Italia potrebbe garantirsi i suoi miliardi spettanti, altro conto sarà poi se spenderli per far fronte ad un autunno caldissimo o per le riforme richieste dal fronte dei Paesi del Nord (Austria, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca e Finlandia) ed auspicata dai cittadini Anche se mettere d’accordo tutti e 27 i Paesi dell’Unione resta arduo e le lontananze sono ancora molte. Più probabile singoli accordi bilaterali.

di Carmine D’Argenio

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