Secondo uno studio del Rensselaer Polytechinc Institute, l’eparina potrebbe rivelarsi una cura affidabile in grado di impedire al coronavirus di entrare nelle cellule umane.
La sua funzione anticoagulante eviterebbe il legamento della proteina Spike al Sars-cov-2, impedendo così di infettare il corpo umano: in questo modo l’eparina si rivelerebbe la cura più efficace contro il coronavirus.
Ad affermarlo è uno studio del Renssselaer Polytechnic Institute che nella sua ricerca “Antiviral research” indaga sui nuovi usi terapeutici di alcuni medicinali.
“Questo approccio potrebbe essere usato come intervento precoce per ridurre l’infezione tra le persone che si sono dimostrate positive, ma non soffrono ancora di sintomi. E potrebbe diventare anche parte di una più ampia strategia antivirale”, ha sottolineato Robert Linhardt, professore di chimica e biologia chimica presso il Rensselaer Polytechnic Institute.
“Tutti vogliamo un vaccino, ma ci sono molti modi per combattere un virus e, come abbiamo visto con l’Hiv, con la giusta combinazione di terapie possiamo controllare la malattia fino a quando non arriverà il vaccino“ ha precisato il ricercatore.
“Tutti i risultati confermano che l’eparina è un candidato promettente. Non abbiamo grandi antivirali, questa è una strada da percorrere. Dobbiamo essere in una posizione in cui possiamo capire come l’eparina e i composti correlati possono bloccare l’ingresso dei virus“, ha concluso con ottimismo Linhardt.