Il focolaio di Mondragone oltre ad essere un problema dal punto di vista sanitario, è diventato il teatro di un duello politico. È facile, ma allo stesso tempo squallido, trasformare uno scenario epidemiologico in una bagarre a chi si assicura di più il consenso delle masse.
In questo “habitat” emergono dei leader politici, se così si possono chiamare, che fanno delle tragedie umane un punto di forza. Gli scontri diventano il teatro perfetto per alimentare le polemiche e quando si tratta di “stranieri” come può non esser presente lui: Matteo Salvini.
Lunedì sarà a Mondragone, a prendersi probabilmente gli applausi di chi (come lui) non vuole più aver a che fare con i bulgari. Certo gli abitanti sono stufi dell’inciviltà di quelle persone ( e hanno ampiamente ragione), ma Matteo Salvini perchè si fa vivo solo ora in una realtà che vede da più di un decennio la comunità bulgara impadronirsi illegittimamente di un quartiere, per non dire di quasi tutta Mondragone.?
Chiara mossa politica, alimentare la rabbia di un popolo già altamente esasperato: la storia ci insegna che le più grandi guerre sono tutte nate così.
Che nessuno si faccia strane idee, “il salvatore della patria” non sarà di certo Matteo Salvini.