Su una spiaggia di Sourman in Libia, questa mattina, è stato trovato il corpo di una bambina di soli cinque mesi.
Il corpicino della piccola è stato restituito al mare dopo il naufragio di alcuni giorni fa a poche miglia da Zawija. Una trentina di persone erano partite cercando di attraversare il Mediterraneo e arrivare in Europa, ma il loro barcone si era rovesciato a poche miglia dalla costa: avevano perso la vita 12 persone tra cui due bambini.
Al Hadaf News ha pubblicato la foto del corpicino, ancora avvolto in una tutina con disegnato un coniglietto, condividendo il comunicato della Mezzaluna Rossa, la Croce Rossa dei Paesi arabi, che ricorda come nel naufragio siano morte 12 persone su 30 presenti a bordo del gommone, rovesciatosi a poche miglia dalla costa.
Ancora una volta è stata tragica la fine di numerose persone che rischiano la vita per arrivare in un posto che nei loro sogni è forse migliore. Il dramma della piccola di soli 5 mesi, che avrebbe forse potuto avere un destino migliore, è molto simile a quello del ragazzino ritrovato l’anno scorso con la pagella cucita in tasca.
Sognano, sognano di poter vivere una vita semplice ma che sia realmente vita. Si imbarcano a decine in uno spazio che forse potrebbe sì e no contenere 4/5 persone, c’è chi lo fa per i propri figli e chi invece lo fa per salvare se stesso, investono nel folle viaggio tutti i risparmi messi su in una vita intera e l’unica vera forza è la speranza, la speranza di non dover più fuggire e di essere finalmente liberi.
La piccola è l’ennesima vittima innocente di un viaggio da eroi, eroi che talvolta giungono nel nostro paese per essere ancora una volta sfuttati. Eppure il motto “Black Lives Matter” dovrebbe valere anche tra le acque del Mediterraneo.