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AFRAGOLA. Cancellata la Festa di S.Antonio. Il malumore dei fedeli: “neanche la guerra ci riuscì”

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AFRAGOLA – Si avvicina uno dei momenti più attesi per ogni afragolese, quello della Festa dedicata al Santo protettore della città, che attira tanti devoti anche da tutta la provincia. Quest’anno, purtroppo, non ci sarà alcuna Festa, questo non solo perché le disposizioni governative vietano le processioni, ma perché i Frati hanno deciso di cancellare qualsiasi manifestazione popolare.

Secondo voci che si rincorrono il nuovo Superiore don Nicola ha deciso con fermezza che quest’anno la statua del Santo non scenderà dalla sua cappella, cancellando quindi anche la vestizione (che poteva essere fatta a porte chiuse trasmettendola sui social), la Messa all’aperto, l’esposizione della statua per l’atto di riverenza e qualsiasi altro evento. Una decisione che sta circolando con malumore tra i fedeli e che don Nicola attribuisce alla necessità di evitare assembramenti ma che, all’opposto, probabilmente gli assembramenti li provocherà.

Se la statua del patrono resterà in Santuario come si eviterà la calca dei fedeli? Come si potranno dividere quelli che vogliono partecipare alla Messa e quelli che dovranno entrare in Chiesa solo per porgere un saluto al Santo? Come si riuscirà a non far “accavallare” le Messe, che negli scorsi anni erano previste a distanza di ogni ora? Come si limiterà l’accesso a solo 200 persone? Come si potrà garantire la continua sanificazione della chiesa, delle superfici e degli oggetti, se in centinaia o migliaia entreranno nel luogo di culto nel corso della giornata? Come si favorirà il ricambio dell’aria? Tutti quelli che restano fuori al Santuario come manterranno le distanze?

Una cosa è certa pare che i Frati non abbiano alcuna idea di come si gestisce la Festa, è un’evenienza possibile dato che il Superiore e il Parroco sono nuovi (sono arrivati ad ottobre) e questa è la loro prima Festa. Stupisce, però, che nessuno dei “veterani” riesca a consigliarli per il meglio.

Una idea ben strutturata è quella che invece hanno avuto i Missionari dei Sacri Cuori che festeggiano il Sacro Cuore di Gesù la prima domenica del Mese di giugno. I Missionari stanno ricevendo gli elogi da tantissimi fedeli per le idee che hanno messo in campo per evitare gli assembramenti. I Missionari, guidati da padre Raffaele Baia, nuovo parroco anche di Santa Maria d’Ajello, hanno previsto la Celebrazione delle Messe in Santuario e l’esposizione della Statua nel cortile interno del convento. In questo modo si riuscirà a gestire le file, e si creeranno due percorsi diversi. L’idea dei Missionari non contrasta con le disposizioni del Governo e della Cei, anzi addirittura le norme prevedono che si possono celebrare anche Messe all’aperto, con la possibilità di accogliere fino a 1.000 persone per volta (se l’ampiezza lo consente). È quello che è successo a Pompei, il 30 maggio, in occasione della chiusura del mese di maggio. Il cardinale Sepe ha presieduto una Messa all’aperto, nel cortile interno della Basilica, dove su un palco era esposta l’immagine della Madonna e tutto intorno, alle dovute distanze, erano sistemate fino a 1.000 sedie.

Perché ad Afragola non si può utilizzare un luogo aperto? Perché i Frati non vogliono fare la stessa cosa? Perché circola voce che i Frati attribuiscono le colpe al cardinale Sepe e al sindaco Grillo? Perché allora l’amministrazione comunale non interviene?

La proposta: Si potrebbe esporre il Santo su un palco all’interno della struttura dove si fa la Sagra (ex scuola Mozzillo), organizzando l’entrata ordinata dal portone a lato del parco Sant’Antonio e l’uscita dal portone dove si “benedicono le auto”. In quel caso i fedeli avrebbero la possibilità di salutare il Santo stando all’aperto, potrebbero partecipare alla Messa (addirittura fino a 1.000 persone), si garantirebbe maggiormente la sicurezza stando in spazi ampi, e velocemente si riuscirebbe a gestire i flussi di fedeli.

Nemmeno la Guerra era riuscita a fermare la Festa, il Santo è sempre sceso ad abbracciare il suo popolo in occasione del 13 giugno. Quando c’era da raccogliere soldi i Frati hanno organizzato anche processioni straordinarie ora che i fedeli chiedono qualcosa, un minimo di apertura, per loro la risposta è unica: NO, SANT’ANTONIO NON DEVE SCENDERE! Ma allora vi chiediamo: non si può o forse sarebbe meglio dire “NON SI VUOLE”? Forse fare un palco e fittare 1.000 sedie costa troppo? Si preferisce rischiare la salute? Tutti insieme in Chiesa appassionatamente e che Sant’Antonio ce la mandi buona!

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