E’ allarme per l’App Immuni: una finta mail fa scaricare un virus informatico e chiede un riscatto da 300 euro.
L’app nata per tracciare i contatti ed evitare nuovi contagi è stata lanciata ieri in Liguria, Marche, Abruzzo e Puglia. Ma nel giorno del lancio una truffa online ha tentato di sfruttare l’esorio dell’App di tracciamento per bloccare il computer di chi cade nel tranello.
E’ l’Agid-Cert, la struttura del Governo che si occupa di cybersicurezza, a rendere noto il tentativo di phising. Il virus si chiama FuckUnicorn e diffonde un ransomware (virus che prende in ostaggio i dispositivi e poi chiede un riscatto) con il pretesto di far scaricare un file denominato Immuni. Si diffonde con una mail che invita a cliccare su un sito fasullo che imita quello del Fofi, la Federazione Ordini dei farmacisti italiani.
È il governatore Michele Emiliano a spiegarne la ratio, quando dice «adesso dobbiamo capire come mettere immediatamente in quarantena eventuali contagiati e i loro contatti stretti. L’app Immuni serve a questo fine. Se qualcuno arriva in Puglia potremmo chiedergli la cortesia, non l’obbligo, di segnalare la propria presenza e di tenere memoria dei contatti».
Negli ultimi documenti pubblicati dagli sviluppatori, si spiega che l’applicazione seguirà il modello decentralizzato di Google e Apple: i dati raccolti saranno conservati sui singoli device e non su un server centrale; non traccerà gli spostamenti, ma solo i contatti di prossimità tra smartphone; non sarà obbligatorio scaricarla, né usarla; i dati raccolti potranno essere condivisi solo con l’autorizzazione del possessore dello smartphone; tutti i dati raccolti e condivisi con il server centrale (gestito da Sogei), dovranno essere cancellati entro dicembre 2020.
Ma le polemiche riguardanti l’App sono ancora accese, soprattutto per l’invasività e l’aspetto della privacy, dividendo ancora una volta il Paese tra favorevoli e contrari.