ARZANO: IL BOSS, LA PISCINA E L’UFFICIO TECNICO COMUNALE
E’ di qualche giorno fa, l’articolo di G.S. su CronachedellaCampania.it che racconta l’azione della Tenenza dei Carabinieri di Arzano nei confronti di Pasquale Cristiano, definito “Ras…” ed “..elemento di spicco degli Amato – Pagano”, il clan della 167, scarcerato da poche settimane e ai domiciliari.
Il “Ras” stava provvedendo ad “avviare le procedure di riempimento sul mega terrazzo annesso al suo attico, di una grossa piscina come quella di…“ Scarface. L’Arma lo ha diffidato, anche perché il peso dell’acqua per una piscina o vasca idromassaggio per 8 persone avrebbe potuto mettere a rischio la stabilità dell’edificio.
Al di là della notizia di cronaca, dell’elemento folcloristico e di costume dello “Scarface” arzanese, appare evidente la completa assenza del controllo urbanistico del territorio.
Ma oltre questo, il cittadino qualunque si pone tante domande.
In una strada densamente popolata e centrale di Arzano, in un palazzo ex sede di un opificio, in locali aventi inizialmente la destinazione d’uso ad uffici, si possono impunemente costruire una piscina, un attico e tanti appartamenti abitati da famigliole senza che l’Ufficio Tecnico del Comune di Arzano batta ciglio?
Se poi, si guarda chi ci abita, le sorprese aumentano, perché si scopre che accanto al “Ras” detto “Picchiastecca” abita anche chi dovrebbe controllare; è possibile una cosa del genere?
Infine, se si controllano gli archivi catastali, si individuano proprietari che riescono ad ottenere facilmente cambi di destinazione d’uso dei fabbricati, diversamente da altre situazioni di show-room ed uffici annessi trasformati in civili abitazioni, sui quali sono piovute ordinanze di sgombero, di abbattimento, di ripristino dello stato dei luoghi, di acquisizione al patrimonio comunale.
Due pesi, due misure?
Filly Filandica