Walter Ricciardi, consulente del ministero alla Salute, torna a parlare e lo fa attraverso un’intervista rilasciata a Repubblica, dove afferma che il 3 giugno è troppo presto per riaprire i confini.
“I dati delle regioni non sono attendibili e quindi non possono essere d’aiuto alle decisioni della politica. Finora è andata bene – ha spiegato a Repubblica – soprattutto grazie al comportamento degli italiani, che stanno evidentemente rispettando le buone regole per evitare i contagi. È importante però non abbassare la guardia proprio per non vanificare i sacrifici fatti. Quanto alle riaperture del 18 maggio dobbiamo aspettare ancora qualche giorno, in alcune regioni del nord si vede un po’ di movimento. Il sistema di indicatori è stato elaborato a livello centrale, giustamente, ma è alimentato da attività di diagnostica e dalle segnalazioni delle regioni, quindi dipende dalle capacità di gestione dei sistemi regionali. Se sono efficaci ed efficienti, allora i dati sono attendibili. Se non lo sono, per una serie varia di ragioni, quei numeri non sono attendibili. E ci sono motivi seri per pensare che in alcune regioni questi dati adesso non lo siano”.
Secondo Ricciardi: “La scelta è giusta se si basa su indicatori giusti, ma in questo caso, appunto potrebbero non essere solidi. Se i numeri non sono certi si finisce per fare scelte che possono non essere corrette. È troppo presto per prendere una decisione, un’apertura in queste condizioni esporrebbe a rischi. Bisognerebbe riaprire quando si è certi che i dati siano validi”.
In Lombardia “hanno 20mila positivi a domicilio, senza contare gli asintomatici che non sanno di essere contagiati. Questi dati invitano alla massima prudenza. Poi il decisore è politico. La Corea ha chiuso con 70 casi e la Cina 40”, ha affermato sempre Ricciardi nell’intervista.