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Coronavirus, la distanza di un metro non basta

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Durante questi mesi ci siamo abituati all’idea di camminare distanziati e di non recarci in luoghi affollati e soprattutto chiusi. Le norme anti-covid ci accompagneranno chissà ancora per quanto e pure studi esperti hanno valutato ancora bassa la protezione offerta da queste misure.

In particolare, la distanza di sicurezza di un metro sarebbe una misura troppo blanda (confermano i virologi) in quanto fino a due metri le “dropless” viaggiano nell’aria.

Carlo Signorelli, professore di igiene al San Raffaele di Milano ha spiegato che la precipitazione delle goccioline respiratorie è molto alta entro un metro, più bassa ma ancora presente tra uno e due metri, ed è trascurabile dopo i due metri.

Ovviamente, la possibilità di contagio deriva anche da altri fattori, soprattutto essa si alza quando ci troviamo in luoghi chiusi e affollati, ed è li che bisognerebbe addirittura distanziarsi di due metri e portare le mascherine.

Non è poi di secondo piano la questione riguardante la diversità tra regione e regione di “potenza” di contagio. Di conseguenza, chiariscono gli studiosi, bisognerebbe prendere misure piu’ drastiche ed opportune laddove c’è un più alto rischio di dare sfogo alla cellula batterica.

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