Come riportato da InterNapoli il dramma della povertà e della crisi a Napoli è così forte da costringere le persone a fare infinite file all’esterno del Banco dei Pegni di via San Giacomo ma ciò che è peggio, è che, dopo le attese queste persone, già disperate, non vengono accolte ma mandate a casa.
L’unica colpa (tra l’altro non causata da loro) è quella di non aver prenotato telefonicamente. Ciò è infatti impossibile, dopo ore di telefonate, il Banco dei Pegni risulta irraggiungibile.
Davanti alle proteste delle persone i vigilanti cercano di placare gli animi. Ma aumenta sempre più il disagio economico delle famiglie. Molti sono così costretti a rinnovare i loro debiti o a farne di nuovi, impegnando gioielli e oggetti preziosi. L’afflusso è così aumentato a dismisura e sembra non fermarsi mai. Il bisogno di liquidità è impellente e molti arrivano anche da fuori città per cercare di recuperare soldi e mandare avanti la famiglia in uno dei momenti di crisi peggiori della storia italiana.
Un uomo, disperato, si lamenta con i giornalisti: ha otto figli, di cui due invalidi, ed ha già perso due giornate di lavoro. C’è chi a metà mese non riesce più a fare la spesa, chi non può comprare i pannolini ai propri bambini, chi deve pagare la bolletta e chi l’affitto scaduto. Chi impegna l’ultimo ricordo della mamma che non c’è più e chi invece, la fede, emblema del proprio legame d’amore. E c’è poi chi sta peggio, chi pur di riuscire ad andare avanti, si è affidato a strozzini ed usurai.
C’è poi, un’altra piaga, quella della vergogna. Chi accede al Banco dei Pegni, solitamente cerca di farlo in anonimato. Ma questo, con le lunghissime file, è impossibile. Il dramma incalza, le persone hanno bisogno di soldi e la disperazione cresce con le proteste.