Non si fermano, nemmeno in tempi di crisi, certi mercati. Anzi potremmo dire che proprio mentre il resto della gente fa fatica ad andare avanti, loro non fanno che arricchirsi.
A Napoli i pusher, la camorra e le piazze di spaccio non vanno di certo in quarantena. Gli effetti della crisi economica non colpiscono l’incontrastato mercato dell’illegalità. Com’è accaduto in passato in tempi di difficoltà, come si sa, chi è preda del disagio finisce per essere anche bersaglio della criminalità organizzata. Non sapendo a chi rivolgersi, i settori più deboli della popolazione, si affiliano all’unico comparto che non conosce crisi: quello dell’illegalità.
E’ così che in un territorio come quello di Secondigliano, di questi tempi, le piazze di spaccio sono più attive che mai. Si ingegnano in tutti i modi per mandare avanti il loro mercato. E’ così che in pieno giorno, sotto gli occhi di tutti, la loro merce viene prodotta, trasportata, diffusa e data ai consumatori.
Un ragazzo qualunque, dall’apparenza un pò intontita, cela sotto cassette di ortaggi, “prodotti” che gli sono stati affidati, ben più preziosi di un’insalta o di una lattuga. E’solo il primo vettore che porta la “merce” dal produttore al consumatore. Entra così, mimetizzandosi sotto un’apparente banalità, in un palazzo e da lì i “trasportatori di droga” partono, a piedi, per non dare troppo nell’occhio ed eclissandosi, con innocui zainetti o borse, tra le persone del posto. Si dirigono verso le piazze di spaccio della città, dove i pusher rivenderanno ai compratori la loro “merce”.
Lì dove la disperazione cresce, cresce anche la loro ricchezza. Un meccanismo perfetto, senza falle, che non si interrompe mai e che macina soldi a palate.