Il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, intervenuto a “Stasera Italia” su Rete 4, ha parlato dell’emergenza Coronavirus:
“Tra Conte e De Luca si fa un po’ la corsa a chi fa l’ordinanza più originale.
Il divieto di consegna a domicilio di pasti caldi è assolutamente illogico e insensato, innanzitutto per quanto riguarda l’aspetto sanitario: se l’obiettivo è stare a casa, consentendo di portare il cibo a casa di qualsiasi tipo un po’ meno gente andrà per strada. Poi l’hanno detto anche i medici consultati a livello nazionale che, con le cautele necessarie, non c’è alcun rischio. Si dà un po’ di fiato a un settore che sta morendo, si fa lavorare qualche giovane rimasto disoccupato, e con la solidarietà napoletana si potrebbe fare un pasto sospeso, ogni 5 pasti portati uno lo dai alle famiglie più bisognose. Su questo, io mi allineerei più a una linea uniforme che è stata adottata dal Governo, che mi sembra sensata.
Ora hanno aperto i negozi di vestiti per neonati perché i neonati per fortuna crescono anche in tempi di quarantena, ma da noi il presidente della Regione si è inventato che possono aprire solo alcune ore a settimana. Tutte le persone ovviamente andranno in quegli orari. Sono cose che si fa fatica a comprendere.
Napoli finora, e ci auguriamo che la situazione non peggiori, ha avuto poco più di 800 casi positivi e 49 deceduti. Ovviamente un bilancio molto grave, ma imparagonabile rispetto a quello che abbiamo visto in certe regioni del Nord. Ci ha aiutato il fatto che a Napoli abbiamo chiuso scuole e cantieri prima del Governo e abbiamo iniziato prima la sanificazione.
Stiamo programmando una riapertura graduale per il 4 maggio, poi ovviamente deciderà il Governo con il supporto dei medici. La linea che ci siamo dati è questa: dobbiamo stare molto attenti fino al 3 maggio restando a casa, e programmare da adesso per essere pronti per la ripartenza del 4 maggio. Sarà possibile riaprire cantieri e attività produttive, ovviamente con la distanza sociale, le mascherine e tutte le precauzioni, perché la sicurezza dei lavoratori e delle persone viene al primo posto.
A maggio dobbiamo fare in modo che, quando si riprende, si va a mettere la chiave nel motore delle attività economiche e si possa almeno ripartire. Su questo, devo essere sincero, mi aspetto più coraggio da parte del Governo nazionale e dell’Europa. Economia di guerra significa liquidità, reddito di emergenza. Significa meno tasse, più debito pubblico, più denaro che circola, altrimenti l’Italia insieme non riparte. Ci vuole coesione sociale, unità e coraggio“.