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Coronavirus, la bozza del nuovo DPCM: misure prorogabili fino al 31 luglio

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Il Consiglio dei Ministri si è riunito per discutere delle nuove misure da adottare per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

La bozza del nuovo Decreto prevede multe molto salate, l’uso dei militari per far rispettare le misure adottate e la possibilità di prorogare il divieto sugli spostamenti, con periodi di durata di un mese, fino al 31 luglio.

In particolare le persone che escono di casa senza comprovate esigenze lavorative, di necessità o motivi di salute possono essere punite con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 500 a 4.000 euro.

Chi non rispetta il divieto di apertura di locali come cinema, teatri, discoteche e centri ricreativi, oltre alla multa, rischia la chiusura dell’esercizio o dell’attività “da 5 a 30 giorni”.

Inoltre c’è la possibilità di chiudere, fino al 31 luglio, negozi, bar, ristoranti, le attività produttive, gli uffici della PA, mandando i lavoratori in smart working, strade, scuole, teatri, cinema, musei, chiese, palestre e parchi.

La bozza parla anche della possibile proroga del divieto di spostamenti sia dall’abitazione per chi è in quarantena, sia dai territori regionali o comunali.

È previsto, poi, ove occorra, l’uso delle Forze Armate, al fianco delle Forze di Polizia, per far rispettare i provvedimenti.

Infine gli enti locali, Comuni e Regioni, in relazione a specifiche situazioni di aggravamento o attenuazione del rischio sanitario nel loro territorio, potranno, limitatamente a determinati ambiti territoriali, aumentare o sospendere le misure: qualora tali misure si applichino su tutto il territorio regionale, ovvero su oltre la metà di esso o a oltre la metà della popolazione residente nella regione, la loro efficacia è limitata a sette giorni e, entro ventiquattro ore dalla loro adozione, è formulata proposta al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai sensi dell’articolo 3, comma 1, per la loro conferma con il decreto ivi previsto.

Infine, il Presidente del Consiglio o un ministro da lui delegato dovrà riferire mensilmente alle Camere.

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