AFRAGOLA – Il Consiglio Comunale di questa sera, quello in cui si doveva discutere la mozione sulla sfiducia al sindaco, ha rappresentato alla cittadinanza presente in aula e quella collegata attraverso i vari canali streaming della stampa, uno spettacolo a dir poco indecoroso. Stavolta colpa del Sindaco Grillo che dal basso della sua ignoranza politica, ancora una volta disattende quanto concordato, entra in aula e con un coupe de theatre spiazza tutti.
L’unico pensiero che attanagliava i dieci firmatari della sfiducia in questi giorni era se il sindaco avrebbe avuto il coraggio, da dimissionario, di presentarsi o meno in aula per consentire un chiaro e trasparente confronto democratico. L’unico pensiero, invece, che attanagliava la maggioranza è come sfuggire nel modo più indolore possibile agli attacchi delle bocche di fuoco dell’opposizione che già da diverse settimane si allenavano per l’evento tanto atteso.
Diciamo che l’incontro poteva anche finire alla pari perché la maggioranza, come sempre, priva di contenuti, non riuscendo a tenere botta agli urti dell’opposizione aveva trovato la quadratura del cerchio. Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo i consiglieri di maggioranza avevano consigliato fortemente il Sindaco Grillo di non presentarsi in aula, facendolo con la scusa di essere dimissionario e quindi non più destinatario della sfiducia. Dal canto loro in aula avrebbero dimostrato tutta la loro compattezza, incassando i colpi meglio di James Toney e respingendo la mozione con dodici voti, forse quattordici se a loro si fossero aggiunti anche Caiazzo e Izzo di Forza Italia, dati per astenuti dai sondaggi del caso. Buona tattica. Un gioco all’italiana, giocare di rimessa e fare fede sui numeri, anche se risicati.
Ma al Sindaco le offese preannunciate da una parte dell’opposizione in caso di assenza proprio non sarebbero andate giù e allora cerca di correre ai ripari. Si presenta in aula e mentre lui crede che così non sia sfuggito al confronto in realtà fa peggio. Prende parola e con una scusa banale, di andare a trovare il fratello in ospedale, chiede all’aula di rimandare la discussione a data da destinarsi, una data che comunque rientri nei trenta giorni previsti per legge dalla presentazione della mozione. Il perché della richiesta non è dato sapere, così come il motivo delle sue ennesime dimissioni. Insomma un modo come un altro per prendere per i fondelli, i presenti, i cittadini accorsi, la stampa e la cittadinanza tutta collegata.
Come può il primo cittadino dire di aver accettato democraticamente il confronto mentre chiede il rinvio della discussione? C’è qualcosa che non va in chi ascolta o nella mente del Sindaco? A questo punto saltano tutti gli schemi, la maggioranza presa di nuovo alla sprovvista, corre ai ripari, si chiude a riccio e tenta di non far parlare la minoranza e mettere subito al voto la richiesta del primo cittadino. A questo giochino dell’ostruzionismo non ci sta il Consigliere Gennaro Giustino che prendendosela principalmente con la Segretaria comunale che nel frattempo stava permettendo il teatrino indecoroso dello sfuggire al confronto sulla sfiducia, la butta in caciara e dalla parte della ragione passa alla parte del torto!
La maggioranza abbandona l’aula con la scusa che sotto questi termini è inutile avere un confronto. Prendono la palla al balzo e vanno via. Allo stesso modo, dopo un piccolo tentativo di spiegazione sulla sua scelta, il sindaco e la giunta lasciano l’aula.
Gennaro Giustino, lo sanno tutti, insieme al Prof. Bencivenga del M5S è stato il pioniere di questa mozione di sfiducia, una delle lotte più significative di questa opposizione. L’impegno profuso nel raccogliere le dieci firme della mozione lo hanno portato sicuramente in una posizione di spicco all’interno dell’opposizione fino a considerarlo un vero leader, il capo dell’opposizione, posizione sempre in contesa con l’ex candidato sindaco Mimmo Tuccillo, durante questa consiliatura.
Pertanto un vero leader non può basare il proprio intervento in aula sull’aizzamento delle folle. Il Consigliere Giustino mentre impugna il coltello dalla parte del manico, deve affondare il colpo, non può farsi prendere dalla foga del pubblico in aula e farselo scappare dalla parte della punta.
Il Consigliere Gennaro Giustino se davvero auspica a posizioni di rilievo nella politica cittadina deve cominciare a ragionare più da politico e meno da attivista militante. La scena del manichino in aula messo al posto del primo cittadino come a significare che un pezzo di legno inanimato avrebbe più coraggio dell’imprenditore afragolese, certamente non pone a favore del leader di “A viso Aperto”. Un comportamento del genere è un vero e proprio vilipendio alle istituzioni.
L’opposizione, compreso Giustino, hanno avuto ragioni da vendere. Il sindaco che scappa al confronto, da tempo alle proprie responsabilità, usa la macchina comunale per “regalare” soldi ai nipoti, non ha visioni sul debito accumulato e sull’intorno Tav, il Commissariamento del PUC alle porte, non riesce ad azzerare la giunta, una giunta fallimentare etc. Ce ne sarebbero di cose da dire e da criticare ma certamente non lo si può fare offendendo un’istituzione come il Consiglio Comunale. Il manichino è stata un’azione magari esasperata ma comunque un’azione che si poteva evitare.
Resta comunque la magra figura collezionata dal Sindaco e dalla maggioranza scappando dall’aula con la coda fra le gambe e non è da meno neanche la figura collezionata dal duo Izzo Caiazzo, la prima fresca di nomina di capogruppo. Da indiscrezioni il Caiazzo ad inizio lavori doveva fare un piccolo intervento, prendere le distanze dalla maggioranza e abbandonare l’aula. Alla fine della fiera è finito per finire di compattare la maggioranza seguendo tutti nella ritirata dall’aula. Insomma, Forza Italia torna in maggioranza? Ad oggi non è dato sapere ma sicuramente la risposta sarà positiva se il Sindaco ritira le dimissioni, visto che sicuramente il ritiro sarà dettato dall’apertura di un nuovo mercato delle vacche.