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De Luca ha la strada spianata verso la candidatura. Il centrosinistra unito cambia gli scenari

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NAPOLI – Strada in discesa per il Presidente De Luca. Partita la campagna congressuale del PD napoletano, ieri anche Marco Sarracino, unico candidato alla segreteria provinciale, ha rilasciato importanti dichiarazioni: “Si parte dall’attuale governatore ma siamo disponibili, sul solco delle alleanze nazionali, a discutere di un campo più ampio con una prospettiva politica. Nessun veto però, come fatto dal Pd con il Conte bis. Se il M5s ha deciso di isolarsi è impossibile aprire un’interlocuzione”.

Non solo un’apertura al M5S ma anche un’investitura ufficiale da parte del partito alla candidatura a Presidente della Regione Campania di Vincenzo De Luca. Da sempre il candidato segretario provinciale è stato a favore dell’unità tra i pentastellati e i dem, infatti già a novembre scorso dichiarava: “Abbiamo provato a costruire un laboratorio civico coi 5Stelle, in Umbria abbiamo perso perché la proposta era insufficiente non perché ci siamo alleati coi 5 Stelle. Su temi specifici possiamo ragionare anche a Napoli” e alla domanda se lui pensasse che i pentastellati non accetterebbero mai una candidatura di De Luca lui rispondeva così: “Anche il Pd diceva che finché c’era Conte non ci sarebbe stato il governo e sappiamo come è finita”.

Quindi l’idea di totale apertura da parte del futuro segretario provinciale ci sta tutta e questo non significa che l’idea non sia stata maturata anche in casa del Movimento. Tanto è vero che grazie anche all’intuizione e alla mediazione dello stesso De Luca si è riusciti in un’operazione politica storica, a mettere d’accordo PD, Dema e M5S sulle elezioni suppletive con la candidatura di Sandro Ruotolo e quelle dichiarazioni del giornalista dove asserisce: “Sarò il candidato di tutti” non cadono a caso, infatti saranno parecchi, quasi la maggioranza della base pentastellata a votare il giornalista sotto scorta.

Un’altra nota non di poco conto che lascia presagire un’alleanza del centrosinistra formata da PD, Dema e M5S sono le dimissioni da capo politico di Luigi Di Maio che dopo aver “imposto” e “preteso” la candidatura del suo giovane amico ai tempi del Liceo Luigi Napolitano è stato costretto a prendere le distanze dalle idee diffuse del suo partito. La mossa Napolitano non è stata digerita dal resto degli Stati generali del partito pentastellato che a gran voce hanno chiesto la sua testa. Le dimissioni di Di Maio, in realtà, arrivano con estremo ritardo, da capo politico fallimentare doveva dimettersi subito dopo le europee. Ma meglio tardi che mai. Sicuramente Napolitano non avrà chance e questo sarà l’ultimo fallimento targato “Pomigliano d’Arcore”.

Siccome l’unico argine forte all’alleanza M5S-De Luca era rappresentato proprio dall’asse di Pomigliano Di Maio-Ciarambino, tolto il dente, via il dolore. La base napoletana, compresi gli altri consiglieri regionali non rappresentano un vero problema per l’ex sindaco di Salerno e così per un centrosinistra unito la strada sarà completamente in discesa.

E anche se i sondaggi danno favorevole la vittoria del centrodestra, con il M5S unito a Dema e PD cambierà di sicuro lo scenario e nulla di tutto quanto detto finora sarà sicuramente scritto.

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