AFRAGOLA – Si è appresa con grande sconcerto ieri la notizia che all’ultimatum imposto dal sindaco Grillo sulla decurtazione dell’ingaggio del nucleo di valutazione si sia risposto con un Comunicato diramato ai vari organi di stampa in cui si leggeva: “si sottolinea che la piena, totale e leale collaborazione dell’organo di valutazione e la professionalità dei suoi componenti nello svolgere i compiti assegnati non sono mai stati in discussione”.
Che significa? Chi ha mai messo in discussione la professionalità dei componenti? Al limite si è fatto notare del dubbio che si può sollevare sulla genuinità dei requisiti trovati in secondo momento dopo la denuncia della Segretaria generale!? Ma tutto questo non risponde affatto né alla denuncia dell’alto ingaggio dell’intero nucleo di valutazione che supera di gran lunga quello dei principali Comuni d’Italia né alla volontà del sindaco di annullare la determina avallata dalla firma del dirigente Chiauzzi.
Infatti a quanto pare, da indiscrezioni raccolte da Minformo, due sono le cose che danno forza al quintetto di valutazione a non rinunciare ai soldi in più, la prima è il rifiuto da parte del dirigente Chiauzzi a ritrattare la determina dove si aumenta vistosamente il mensile ai cinque elementi del nucleo di valutazione e la seconda è il silenzio assordante dei consiglieri che hanno segnalato la nomenclatura del nucleo.
Il dato politico che esce fuori dal silenzio dei Consiglieri è sconfortante. Nessuno del legislativo finora ha avuto il coraggio di uscire allo scoperto e dichiarare che il mensile riconosciuto al nucleo di valutazione è di un’indecenza politica abnorme. Nessun consigliere comunale, tra cui neanche Antonio Boemio, il vicesindaco Biagio Castaldo, il coordinatore di Forza Italia Antonio Caiazzo e l’assessore Giacco con il gruppo Lega, hanno fatto sapere cosa pensano del comportamento ostativo a ridursi l’ingaggio da parte delle persone da loro segnalate.
Ma il dirigente Chiauzzi fa di più, si supera nella sua coerenza, perché mentre da un lato dichiara, attraverso una relazione presentata al sindaco e alla segretaria, che il Comune è a rischio dissesto, dall’altro lato aumenta gli stipendi al nucleo di valutazione e quando gli viene chiesto di rivedere la determina, si rifiuta categoricamente. Ma c’è ancora di più.
Il dirigente alle Finanze, non solo decide di fare e disfare delle possibilità che il Comune ha di andare in dissesto ma attua delle procedure anche personali per stabilire chi e quando deve ricevere i soldi delle proprie prestazioni all’interno dell’Ambito delle Politiche Sociali.
È risaputo che i soldi che sono presenti nelle casse dell’Ambito n°19 non appartengono solo al Comune di Afragola ma sono soldi messi lì anche dai Comuni di Cardito, Caivano e Crispano per gestire i servizi sociali sui quattro territori. A gestire tale cassa è il Comune di Afragola perché è capofila dell’Ambito costituito, ma questo non significa che il dirigente possa decidere di testa sua chi, come e quando deve essere pagato senza tenere conto del dato cronologico.
Ad oggi risultano pagate, anche assiduamente e in maniera impeccabile cooperative che hanno svolto Assistenza Domiciliare Integrata ad anziani e disabili (ADI) nel periodo Gennaio-Aprile 2019, mentre ce ne sono altre che per lo stesso servizio attendono pagamenti da Novembre 2017 e Maggio 2018. Allora le domande che sorgono spontanee sono: Secondo quale criterio il dirigente Chiauzzi emette determinazioni di liquidazione a soggetti che hanno espletato il servizio dopo il periodo in cui lo hanno svolto quelle cooperative che sono ancora in attesa di pagamenti? Visto che non sono soldi solo del Comune di Afragola, gli altri comuni sono informati su questo strano andamento di liquidazioni random? E se la risposta è positiva, gli altri Comuni consorziati sono d’accordo a questo tipo di gestione che favorisce alcune cooperative e danneggia altre? Caivano, Cardito e Crispano sono consapevoli che il dirigente di Afragola gestisce anche i loro soldi in maniera del tutto fantasiosa?
Ma le strane idee del dirigente Chiauzzi non terminano qui. Abbiamo approfondito in tutte le salse la relazione sull’andamento finanziario del Comune di Afragola presentata al sindaco e al dirigente, venendo a capo che forse l’unica intenzione del dirigente era quella di far passare la propria idea di affidare anche il servizio di riscossione IMU alla Geset. Almeno così scrisse anche una nota testata locale. Di seguito cerco di far capire quanto sia fallimentare per l’ente e per i cittadini quest’altra idea bislacca.
I cittadini afragolesi nell’ultimo periodo si sono visti raggiunti da bollette TARI della Geset, uguali a quelle già pagate negli anni scorsi, con la sola differenza che nell’angolo in alto a destra, queste “nuove” bollette presentano la scritta “TARI Soll” e l’anno di riferimento del presunto non pagamento. Cosa vuol dire “soll” sollecito? E perché nella bolletta attuale non è specificato che non sono state pagate annualità precedenti?
Intanto i cittadini vittime di “bollette pazze” devono fare spola tra gli uffici comunali per dimostrare che in realtà la ditta preposta alla riscossione tributi ha fatto un errore e che quelle imposte sono già state pagate! E per chi ha perso la ricevuta come la mettiamo? È così che il dirigente crede di coprire il buco nel bilancio? No. Questo è solo un modo per fargli sapere che la Geset non è la migliore soluzione al recupero credito e che come ha commesso errori nella riscossione della TARI potrà fare lo stesso con l’IMU e i cittadini afragolesi, non solo saranno vessati perché devono pagare una provvigione consistente alla ditta di riscossione ma anche perché potrà vedersi chiesto per due volte lo stesso pagamento e laddove si avranno le ricevute stipate per dimostrare l’avvenuto pagamento, comunque dovranno dedicare tempo per scagionarsi dall’ennesimo pagamento.