Arzano al voto. In un clima infuocato e avvelenato. In attesa del verdetto della Commissione d’Accesso, che non può e non deve “inquinare” le forze politiche in campo, la campagna elettorale procede vero il corso naturale degli eventi. Da una parte Fiorella Esposito, l’ex sindaca sfiduciata lo scorso 22 febbraio, dall’altra Gennaro De Mare, l’ex consigliere di opposizione nonché principale responsabile della “caduta” dell’amministrazione arancione. Una mera operazione opportunistica in presenza di un notaio. Una scelta a freddo che ha regalato una città in odore di scioglimento per camorra (sarebbe il terzo in 15 anni) e distrutta dai disastri del passato. Un cortocircuito che, con tutti i limiti e gli errori del caso, aveva avuto una tregua sul piano politico con la vittoria di Esposito alle ultime elezioni. Un voto di discontinuità. Un pensiero di cambiamento della città per voltare pagina. E chiudere definitivamente col passato.
In questa campagna elettorale si ripresenta lo stesso schema. Il movimento di rottura incarnato dall’ex prima cittadina arzanese e l’accozzaglia della continuità rappresentata dall’ex consigliere provinciale Gennaro De Mare. Una serie liste civiche “piene”. Una prova di muscoli per vincere a tutti i costi. Senza se e senza ma. I numeri prima delle idee. La forza prima della sostanza. Ma si lasci perdere le chiacchiere sul brutto carattere dell’ex sindaca. Una “pezza a colori” utile per nascondere la mancanza di argomenti. Un amministratore va giudicato in base all’idea di governo e sui risultati ottenuti. Fiorella Esposito, e chi vi scrive non le ha mai risparmiato critiche feroci in passato, è durata 20 mesi. Poco. Troppo poco per tracciare un bilancio serio. Chi conosce le regole più semplici della politica e della pubblica amministrazione sa bene che i primi 2 anni sono destinati alla programmazione. In altre parole la coalizione di governo che vince le elezioni spende i primi 2 anni per pianificare le sorti della città. Opere pubbliche, Piano Urbanistico, finanziamenti europei, piani di riqualificazione urbana.
L’ordinaria amministrazione (raccolta rifiuti,rifacimento delle strade) è un’altra cosa ed è riscontrabile quotidianamente dai cittadini. Cosa significa? Probabilmente le opere realizzate da Esposito saranno messe in cantiere nei prossimi mesi o nei prossimi anni. Pure perché, ed è la storia a confermarlo, l’ex sindaca non era arrivata nemmeno a metà consiliatura. Ci sarebbero voluti altri 3 anni prima della fine della sua esperienza. Insomma, il ragionamento è semplice. Se Fiorella Esposito è stata una pessima sindaca, non può deciderlo la sfiducia dei 13 “amazzasindaci” dinanzi al notaio e soprattutto, ancor più grave, ufficializzata nel periodo di programmazione. In parole ancora più povere, l’esperienza arancione guidata dalla preside pasionaria è stata fermata allo stato embrionale. E’ stata uccisa nella culla. Praticamente ai nastri di partenza. Ed ecco perché oggi non esiste una proposta alternativa di governo nel merito e nella sostanza. Fiorella Esposito, con tutte le difficoltà che ha avuto a governare una città difficile, andava lasciata lavorare. Con una sana opposizione in consiglio comunale.
Fiorella Esposito doveva esprimersi sul campo e lanciare negli anni la sua idea di città. Altra cosa è il giudizio popolare. Gli elettori a fine consiliatura avrebbero potuto bocciare o confermare la sua azione amministrativa. Spedire a casa un sindaco prima che inizi lascia il tempo che trova. Disastri su disastri. Altro paio di maniche resta la gestione politica della maggioranza. E su questo ci siamo pronunciati in tutte le salse. Ma rimane una valutazione di carattere squisitamente politico. Pure perché chi tradisce il mandato elettorale deve metterci la faccia più di tutti. Ed invece no. Vergogna. Vergogna. Vergogna.