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CARDITO. Il personalismo è ancora insito in alcune frange politiche e questo bilancio andava votato!

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CARDITO – Il bilancio previsionale, per chi non lo sapesse, lo dice la parola stessa, non è altro che una previsione di spesa che l’amministrazione fa per l’anno successivo a quello in cui viene approvato. L’approvazione del rendiconto di previsione è un’azione necessaria affinché l’amministrazione possa continuare a governare, proprio perché se non si approvano i vari capitolati di spesa non si potrà aver ragione di continuare a governare. La bocciatura di un bilancio segna di pari passo la bocciatura all’azione di governo. Ma cosa capita quando è l’opposizione, consapevole di non avere i numeri, a votare “No” ad un bilancio previsionale, così come successo ieri a Cardito?

Il dato politico della bocciatura al bilancio da parte delle minoranze di ieri può avere due letture, o meglio, poteva avere due letture solo se in aula avesse portato dei seri argomenti che avessero dimostrato una qualche illegittimità. Invece no, l’opposizione ha scelto di rimarcare la linea del marciapiede, l’inciucio sterile fine a se stesso, partendo dai soliti stereotipi in salsa carditese: il parcheggio Nemea, il supermercato MD e tutte le irregolarità di pisaniana memoria. Che cosa c’entrano poi col bilancio ancora lo dobbiamo capire.

Allora la lettura al NO delle opposizioni ne è una sola. La presa di distanza politica da questa maggioranza, l’attestazione di un senso di appartenenza diverso da quello del primo cittadino con l’unico obiettivo di rovesciare le gerarchie nel comune a nord di Napoli a tutti i costi.

Se si lancia l’occhio ai dettagli e ci si mette un po’ anche con l’orecchio al suolo, si possono anche scorgere quali sono i vari spostamenti fuori le mura, azioni che partono dall’esterno del Comune e riescono a far breccia in aula sottoforma di veline giornalistiche. Allora ci si può rendere conto che le menti sono sempre le stesse, quelle del fango, quelle delle strategie strumentali, quelle che mirano alla sostituzione del potere.

Non dico che i cittadini devono essere dei boccaloni e che debbano credere a tutto quello che si dice o si scrive, ma l’elenco delle opere pubbliche che da qui a poco insisteranno sul territorio, menzionato anche all’interno dell’ultimo post del sindaco, è inserito nel bilancio previsionale presentato ieri in aula e quindi rappresenta i fatti, una serie di opere che già si cominciano a scorgere sul territorio. Allora qui, anche un bambino, capirebbe che ad un certo punto a quest’amministrazione, per il bene della città, non bisogna fare altro che dire: “chapeau”. Invece no, proprio perché sono cose fatte per il bene pubblico, bisogna alzare un muro e andare a cercare quello che non va, nella ricerca spasmodica dell’accusa verso una politica ladrona.

Ed è logico che accanto a questo tipo di regia, quella dedita al fango, esca fuori qualche articolo web che parla di regalie, mance e prebende. Ma io non mi arrendo e vorrei entrare nelle teste di certe persone, specialmente quelle che sulla falsa riga di un Movimento 5 stelle di altri tempi, cerca di giocare con la demagogia e il populismo, facendo leva sullo spreco di denaro pubblico.

Solita solfa, anche questa di pisaniana memoria, un tipo di politica che davanti ai quasi venti milioni di euro intercettati dall’amministrazione Cirillo non attecchisce più. Specialmente se si gioca con la stessa semantica usata dall’avvocato dimissionario. Perché vorrei proprio vedere questi signori al posto di Cirillo e dei cirilliani se si atteggiassero più per i milioni di euro di finanziamento conquistati oppure starebbero lì attenti a non sperperare, a loro dire, 158mila euro per il “pappagallo” (portavoce del sindaco) e manutentore.

Ecco perché dico e ribadisco da tempo che fino a quando, questi sono gli argomenti che mette in campo quella che si dovrebbe definire alternativa a Cirillo, allora l’attuale primo cittadino avrà vita lunga seduto lì dov’è adesso.

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