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[ESCLUSIVA] Barbara Chichiarelli: “Io non faccio l’attrice, sono un’attrice”

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Barbara Chichiarelli: “Io non faccio l’attrice, sono un’attrice

Barbara Chichiarelli è un’attrice di cinema e teatro, famosa al grande pubblico per il ruolo di Livia Adami, sorella di Aureliano, interpretato da Alessandro Borghi, nella serie tv Suburra.

di Monica Cartia 

Barbara, iniziamo parlando di Livia Adami, sorella maggiore di Aureliano, che hai magistralmente interpretato. Come sei riuscita ad immedesimarti in questa donna dall’animo ambivalente, da un lato sorella protettiva e dolce e dall’altro criminale spietata e priva di scrupoli?

Credo di essere partita da un dato di realtà, tutti noi siamo ambivalenti, ambigui. Ho sempre visto Livia come una ragazza che sebbene abbia avuto la sfortuna di nascere in un ambiente degradato e malfamato, non si è mai arresa alla realtà.

Ha sempre cercato di preservare, forse inconsciamente, la sua femminilità e i suoi valori, e tra questi c’è la famiglia.

Come e quando è iniziata la tua carriera artistica? E’ difficile diventare attrice?

E’ sempre difficile capire “quando è iniziata”, perché una carriera non inizia quando arrivano i primi riconoscimenti ma quando qualcosa dentro di te si accende, quando capisci che il lavoro che hai scelto non è una passione ma una missione. Credo che la mia carriera vera e propria sia iniziata nel 2015, quando ero lontana dai riflettori, ma forse più che mai vicina a chi ero e a cosa volevo fare della mia vita. Da quando ho deciso di fare questo mestiere ci tengo a sottolineare che io non faccio l’attrice, “sono un’attrice”. La differenza è molta per me, non è il mestiere che ho scelto di fare, ma sono le lenti con le quali ho deciso di vedere il mondo.

In questo senso sì, è molto difficile diventare attrice, perché è molto difficile vivere la mancanza e la perdita dolorosamente costante di se stessi.

Quali sono stati i tuoi “fari” nel lavoro?

Purtroppo o per fortuna non ho dei “fari”, so che cerco, apprezzo e riconosco la bellezza e la qualità e questo mi basta. Questo lavoro, come altri, va di pari passo con la vita personale, e di conseguenza credo che un momento di bellezza e di grazia prima o poi sarà concesso a chiunque. Io guardo tutto e tutti con grande curiosità.

Che rapporto hai con Roma, la tua città?

Il mio rapporto con Roma è altamente conflittuale negli ultimi anni, ma credo sia un effetto dell’età, e dei ricordi, che tendono sempre a farsi belli man mano che gli anni passano. Ho ricordi di me bambina in una Roma tiepida e soleggiata, di botteghe, di partite di pallone in piazza, di gelati due gusti che di più non li facevano, di estati in sandali a guardare le stelle, di silenzio ad Agosto, di sorrisi sdentati che dicevano “A ragazzì!”: in generale di sorrisi, ecco, che difficilmente ora mi capita di vedere.

Ora vedo sporcizia, malumore, delusione e indifferenza. Roma soffre e io con lei.

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