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Arzano. Prove tecniche di unità. La “missione regionale” di Barba e l’imbarazzo del Pd

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Arzano – Attacchi su tutti i fronti. Veleni sparsi ovunque. L’ombra dello scioglimento per infiltrazioni incute dubbi e perplessità sulla politica e sui cittadini. Una mortificazione spietata verso la parte sana della città. Un clima infuocato fatto di zavorre e misteri mentre il dibattito politico stenta a decollare, appiattito su sterili personalismi buoni per il marciapiede. Dopo le due manifestazioni di qualche settimana fa, il vuoto assoluto. Mancanza assoluta di idee e di argomenti. Ma veniamo ai fatti. O meglio, a pochi aneddoti degni di nota nel solco di una riflessione seria e di rottura rispetto allo disastro attuale. Qualche giorno fa si è tenuta la prima assemblea regionale del Pd. Infuocata, secondo fonti vicine al partito. Il neo segretario Leo Annunziata, sindaco di Poggiomarino e fedelissimo di De Luca, ha parlato di unità nel partito. Un proposito legittimo pur di recuperare voti e credibilità. Ma non è questo il punto.

Nel corso dell’assemblea è stata nominata la nuova direzione. E spulciando fra i vari nomi riconducibili alla lista “Con il lavoro per Zingaretti“, troviamo un profilo molto conosciuto in città. Di chi stiamo parlando? Osvaldo Barba, ex vicesindaco della giunta Esposito e storicamente vicino alle posizioni del consigliere regionale Pd, Gianluca Daniele. L’ex assessore della sindaca sfiduciata alle primarie nazionali ha sostenuto l’attuale segretario dem Nicola Zingaretti. Tutto nella norma. La nomina di Barba nella direzione democrat non è altro che l’effetto politico del Governatore della Regione Lazio nel partito in Campania. Fin qui, niente di male. Lo sguardo torna inevitabilmente su Arzano. Il Pd locale, all’opposizione durante l’ultima consiliatura targata Esposito, ha spedito a casa l’ex prima cittadina insieme, giusto per ricordare qualcuno, al M5S ed a pezzi del vecchio centrodestra arzanese. Il cortocircuito è dietro l’angolo. Ora fate attenzione al prossimo passaggio. Barba (lo era pure prima) è diventato a tuti gli effetti un esponente del Pd regionale con tanto di incarico in direzione. Annunziata ha caratterizzato la sua prima uscita da segretario rimarcando la volontà di chiudere la stagione delle divisioni. Zingaretti ha invocato l’unità del centrosinistra nella prima direzione nazionale di martedì scorso. Più chiaro di così si muore.

Le ripercussioni della linea del partito arrivano in città. Politica vuole che la sezione locale democrat, sulla scia della nuova collocazione imposta dai vertici regionali e nazionali, abbandoni le divisioni che hanno “smontato” il centrosinistra in città. Una difficoltà terribile ed imbarazzante considerando pure il ruolo apicale di Barba in Campania. In altre parole, Il Pd nel solco dell’effetto Zingaretti (o Annunziata, il criterio è uguale) dovrebbe dimenticare il capitolo sfiducia e riunire il centrosinistra ad Arzano. Dunque cosa farà il Pd? Resterà fedele alla linea del partito o rimarrà inchiodata al fronte “duro e puro” della sfiducia nonostante al suo interno disponga di qualche protagonista dell’esperienza Esposito? Il partito di Zingaretti si trova dinanzi alla concreta possibilità di chiudere col passato. Aprire un nuovo ciclo in città superando i vecchi personalismi che hanno distrutto la credibilità dell’intero centrosinistra. Con un vantaggio clamoroso. Rispettando la linea del partito e garantire, al netto di un possibile scioglimento, un’amministrazione duratura. In questi casi, il ritornello arriva puntuale. Ai posteri l’ardua sentenza.

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