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ARZANO. L’ex sindaco spiega i motivi della sua caduta e denuncia il sistema clientelare presente nella politica

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ARZANO – Stamattina nell’Aula Magna dell’ I.I.S. “Don Geremia Piscopo” si è svolta la conferenza stampa denominata “Una fuga rovinosa” organizzata dalla ex maggioranza, la quale conferenza aveva lo scopo di chiarire la posizione dell’ex sindaco Fiorella Esposito dopo la sfiducia che ha consentito lo scioglimento del Consiglio comunale ad opera di tredici Consiglieri di cui quattro della maggioranza, seguita interamente dalla nostra testata (qui potete rivedere l’intero evento).

È inutile nascondere che la maggiore attenzione, anche di chi ha posto le domande all’ex sindaco, era rivolta principalmente sui motivi che hanno spinto i consiglieri di “Agire” a sfiduciare il proprio sindaco.

Prima di addentrarci nella cronaca dell’evento e quindi nella descrizione delle dichiarazioni di Fiorella Esposito è giusto fare un refrain del percorso dei quattro consiglieri di “Agire”. Mario Russiello, Nicola Falzarano e Giuseppe Rocco erano stati eletti tra le file del gruppo politico arancione “Dema”, mentre Rosario Errichiello nella civica “ABC” entrambe le liste appoggiavano il sindaco Fiorella Esposito durante la Campagna elettorale. Col senno di poi è inevitabile tirare fuori anche un dato politico abbastanza allarmante. È vero che in democrazia è giusto che un Consigliere possa cambiare tranquillamente casacca, come si dice in gergo, ma bisogna capire realmente anche quali potrebbero essere gli effetti collaterali di un cambio casacca. In questo caso, i tre consiglieri di “Dema” fuoriescono da un partito consolidato qual è quello del sindaco De Magistris, forse perché in alcuni ambiti, diventa quasi impossibile mettere in atto alcune modalità di fare politica, essendo il partito arancione stato sempre vicino all’ex sindaco Esposito e la presenza del suo Segretario Enrico Panini oggi alla conferenza è la dimostrazione valida.

Le modalità politiche adottate dal gruppo “Agire” sono state ampiamente descritte dall’ex sindaco a partire dalla diversa concezione della parola “condividere” fino alla richiesta della spartizione delle prebende. Modalità non assolutamente approvate dall’ex primo cittadino al punto tale da indurre i quattro consiglieri dissidenti ad effettuare l’appoggio esterno nella seconda crisi di governo scoppiata sempre a causa delle diverse visioni del gruppo “Agire”.

L’Appoggio esterno di “Agire” è forse stato il vero motivo che spinse Fiorella Esposito a ritirare le dimissioni prima della scadenza dei venti giorni che la legge offre per un eventuale ripensamento e l’ha fatto capire oggi tra le righe, l’ex fascia tricolore, rispondendo ad una delle domande poste dal nostro redattore Sossio Barra. Oramai il pensiero di politica inteso dall’ex sindaco era troppo distante da quello messo in atto fino ad allora dai dissidenti di maggioranza. Una persona come Fiorella Esposito non ha potuto sopportare che un Consigliere gli potesse andare a dire che gli appalti sarebbero dovuti passare dalla politica, quando si sa benissimo che la Legge Bassanini, ha di fatto privato la politica di questa possibilità, affidando la gestione delle gare e degli appalti diretti ai settori comunali.

In un certo qual modo ad Arzano, lascia intendere l’ex sindaco, si voleva andare avanti con un certo sistema fatto di clientele, le stesse che assicurano lunga vita politica agli addetti ai lavori che le sponsorizzano, gli stessi che fanno parte di quel sistema che al primo intoppo o al primo venticello di cambiamento, mettono gli anticorpi e mandano a casa chi vuole frapporsi tra un certo modo di fare politica e gli interessi personali di pochi.

Un fiume in piena stamattina Fiorella Esposito, infatti non si è soffermata solo a rispondere alle domande di chi voleva sapere chi e cosa le avessero chiesto durante questi venti mesi di consiliatura ma ha spiegato dettagliatamente tutte le stranezze presenti all’interno della macchina burocratica per colpa di decenni di mala amministrazione.

L’ex sindaco Fiorella Esposito è stato in grado di scoperchiare il pentolone degli abusi ad Arzano. Una figura scomoda, troppo scomoda, soprattutto per chi su queste stranezze ha costruito il proprio impero. Ad Arzano sono stati trovati interi edifici, anche di nuova costruzione, non censiti all’interno del Catasto comunale e di conseguenza i proprietari di questi immobili non pagano tutt’ora IMU, TARI e altre tasse comunali inerenti. Non solo, era in atto, dietro indirizzo dell’ex amministrazione, un vero e proprio controllo a tappeto di tutte le utenze idriche, molte delle quali erano totalmente sconosciute all’ente arzanese, per non parlare di tutte quelle attività improduttive che sono state scoperte essere allacciate direttamente ai cavi delle rete elettrica pubblica a spese dei contribuenti arzanesi.

Insomma il quadro amministrativo descritto dall’ex sindaco Fiorella Esposito è devastante e non lascia adito a dubbi. Il dato politico che esce fuori è indiscutibile: se un sindaco viene sfiduciato all’indomani di aver preso decisioni che virano al contrasto dell’illegalità sul territorio mettendo in atto delle vere e proprie task force che avrebbero dovuto avere il compito di scovare i vari abusi perpetrati sul territorio, l’unico messaggio che passa è uno solo: Qualcuno dei firmatari, o qualcuno vicino ai firmatari, molto influente sul territorio, avrebbe potuto correre il rischio di essere beccato con le mani nella marmellata.

Ed è qui che l’opposizione ma soprattutto i quattro consiglieri dissidenti di “Agire” sbagliano tempi e modi per sfiduciare un sindaco come Fiorella Esposito, anche perché come si fa a spiegare al popolo arzanese il motivo per il quale è stato mandato a casa chi voleva che gli edifici fantasma venissero censiti al catasto o chi aveva cominciato a censire tutti i vari “Babbo Natale” o “Tizio Sempronio” che raggiravano la ricezione delle bollette idriche e TARI? E non solo.

I Consiglieri di “Agire” e l’opposizione tutta dovranno spiegare anche, politicamente parlando, che senso ha avuto mandare a casa un’amministrazione sulla quale testa pendeva la spada di Damocle della Commissione d’Accesso col pericolo poi, che se si andrà a votare il 26 Maggio prossimo, la prossima amministrazione, appena votata democraticamente, potrà essere spedita a casa per ingerenze della criminalità organizzata. Allora qui non diventa più un fatto politico ma mero personalismo, dove l’unica cosa che contava era quella di mandare a casa il sindaco Fiorella Esposito, vuoi perché donna – visti anche i vari attacchi ricevuti attraverso i social – vuoi perché stava cominciando a scoperchiare vari pentoloni – dalle clientele agli abusi – ma fatto sta che di politico questa sfiducia non ha niente, visto che c’era anche la possibilità che quest’amministrazione potesse essere mandata a casa dal Ministero degli Interni. Allora perché questa fretta?

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