Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decretone con la riforma delle pensioni, Quota 100, e il Reddito di Cittadinanza.
Dunque i due provvedimenti, promessi in campagna elettorale dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle, sono stati varati dal Governo.
Adesso il compito principale dell’esecutivo è quello di far partire realmente Quota 100 e il Reddito di Cittadinanza.
C’è da dire, però, che non è tutto oro quel che luccica; infatti ci sarebbe una specie di tagliola pronta a scattare: se finiscono i soldi per il reddito (7 miliardi) servirà subito un decreto per ridurre l’ammontare o trovare nuove coperture, lo stesso succede se Quota 100 costa più di quanto stanziato (4 miliardi), con tagli al budget del ministero del Lavoro o al bilancio dello Stato.
Il Reddito di Cittadinanza prevede l’erogazione di 500 euro mensili per una persona single e senza altre entrate da lavoro.
A questa cifra si potranno aggiungere 280 euro in caso di pagamento di affitto e 150 euro per chi ha invece un mutuo.
Dal provvedimento risulta escluso chi è proprietario di due case.
Per accedere alla misura bisogna avere un Isee annuale inferiore ai 9.360 euro.
Il reddito verrà erogato attraverso la cosiddetta ‘Carta Rdc‘.
L’entità del reddito sarà proporzionata al numero dei componenti della famiglia.
Chi aderisce alla misura dovrà sottoscrivere un patto per il lavoro e riceverà fino a tre offerte: la prima entro i 100 km, la seconda entro i 250 e la terza in tutto il territorio nazionale.
Se il beneficiario rifiuterà più di tre offerte perderà il diritto a ricevere il reddito.
La misura potrà essere erogata per un massimo di 18 mesi, prorogabili per altri 18.
Quota 100, invece, permetterà a chi ha almeno 62 anni di età e 38 di contributi versati di andare in pensione in anticipo.
Chi aderirà alla nuova riforma delle pensioni si vedrà ridotto l’assegno pensionistico, a causa del mancato versamento dei contributi per gli anni rimanenti fino al raggiungimento del pensionamento per vecchiaia.
Le finestre per andare in pensione anticipatamente saranno trimestrali per i lavoratori privati e semestrali per quelli pubblici.
Per i privati il primo assegno dovrebbe arrivare ad aprile, per gli statali ad agosto.