CAIVANO – Il Tribunale Napoli nord deve tener conto solo degli atti presentati dall’accusa, in questo caso rappresentata dal Ministero degli Interni e dalle difese di ognuno dei quattro giudicati. Non ha tenuto conto del fatto che gli avvocati difensori avessero chiesto la relazione prefettizia corredata di allegati e priva di omississ, perché come si legge dalla sentenza non è negli obblighi del giudizio e pertanto è risultata quasi ininfluente l’assenza dell’avvocatura del Ministero all’ultima udienza svoltasi l’8 Novembre scorso.
I fatti rimangono quelli già raccontati e scritti nella relazione prefettizia, a farne le spese è il solo ex sindaco Simone Monopoli, al quale viene accusata la responsabilità di un’amministrazione timida, debole, oggettivamente gregaria e collusiva con il sistema mafioso di condizionamento dello sviluppo sociale ed economico del territorio.
Nella stesura della sentenza si legge inoltre quanto la relatrice sia stata attenta anche alle stranezze della macchina burocratica, cose da sempre denunciate dall’ex sindaco, ma che in questo caso gli viene addossato anche la responsabilità su chi lavora in perfetta autonomia fregandosene della politica e da chi emette indirizzi. Infatti nella relazione si legge: “Ed il commissario straordinario attualmente in carica ha fortemente evidenziato l’esistenza di un grave e diffuso disordine organizzativo, definendo l’apparato amministrativo “una struttura totalmente allo sbando e asservita alla logica dell’approssimazione quotidiana e della conseguente irresponsabilità gestionale; come se da anni non vi sia mai stata una qualsiasi idea di pianificazione e di visione di insieme e di assenza di un minimo di coordinamento … tutto questo in una cornice di una struttura burocratica fortemente inadeguata e palesemente conflittuale e forse coinvolta nei processi politici-economici del territorio”. Inoltre, si legge, che “l’attività negoziale del comune ad avviso degli ispettori ANAC, ha messo in luce una gestione denotata da scarsa aderenza ai principi di buon andamento ed imparzialità della pubblica amministrazione, determinando dispendio di risorse pubbliche”.
Ma Monopoli è il responsabile di tutto, è colui che alla fine risulterebbe incandidabile e condannato a pagare anche le spese di istruttoria. Gli sono stati contestati tutti i capi contenuti nella relazione prefettizia. Unica motivazione è quella di essere il maggior responsabile, la figura apicale di quell’amministrazione giudicata dal collegio dei giudici, debole e timida nei confronti della criminalità organizzata.
Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che l’ex sindaco a questa sentenza non ci stia e pare che già abbia dato mandato al suo difensore di preparare il ricorso nei quindici giorni che gli rimangono disponibili.