Ieri sera, nella puntata delle Iene, è andato in onda un servizio, nel quale un operaio di Pomigliano d’Arco, Salvatore Pizzo, ha raccontato di aver lavorato a nero, tra il 2009 e il 2010, per l’azienda edile gestita da Antonio Di Maio, padre del Ministro Luigi Di Maio.
La ditta inizialmente era intestata alla madre del ministro, Paolina Esposito, poi è confluita nell’Ardima srl, di proprietà, dal 2012, di Luigi Di Maio e della sorella Rosalba.
Secondo Salvatore Pizzo, in seguito ad un suo infortunio sul lavoro, Antonio Di Maio gli avrebbe chiesto di non dire in ospedale come si fosse fatto male; l’uomo, invece, avrebbe spiegato l’accaduto ai medici e di conseguenza sarebbe stato licenziato.
Non si è fatta attendere la risposta di Di Maio, che su Facebook scrive: “Il caso di stasera riguarda un lavoratore che 8 anni fa ha lavorato in nero per mio padre. Sono contento che Salvatore – l’operaio – abbia trovato il coraggio di denunciare pubblicamente dopo 8 anni. Ho letto dei commenti che lo attaccano per averlo detto pubblicamente solo ora, personalmente non credo lo si debba aggredire“.
“Salvatore Pizzo – continua il Ministro Di Maio – all’epoca dei fatti si è rivolto al Sindacato CGIL che gli consigliò di trovare un accordo con mio padre per farsi assumere, e infatti poi ha ottenuto un contratto regolare. Successivamente gli fu corrisposto anche un indennizzo. 8 anni fa, come avrete visto dal servizio io non ero né socio dell’azienda, né mai mi sono occupato delle questioni di mio padre. Mio padre ha fatto degli errori nella sua vita, e da questo comportamento prendo le distanze, ma resta sempre mio padre“.
E infine promette: “Come sempre, manterrò gli impegni presi e domani consegnerò a Filippo Roma i documenti su questa vicenda in particolare, che intanto ho chiesto di procurare a mio padre, e faremo tutte le verifiche che servono su quanto raccontato da Salvatore nel servizio“.