CAIVANO – Luci e ombre sulla Di Gennaro SpA si abbattono all’indomani dell’incendio divampato nel sito di Pascarola. Mentre tutti gli organi di stampa si accingono a fare ipotesi o a limitarsi a divulgare i comunicati stampa provenienti dalla ditta Di Gennaro SpA, nessuno fa accenno all’aggressione subita dal sottoscritto e nessuno si domanda neanche il perché e come sia finita la cosa.
Tanto è vero che la vicenda dell’aggressione da parte degli operai della Di Gennaro continua. Attraverso Facebook un altro dipendente, stavolta ben individuato, di nome Oscar Fausto aggredisce il sottoscritto con epiteti irripetibili e con fare minaccioso si scaglia verso la mia persona alludendo persino al fatto che l’aggressione sia stata simulata.
Uno dei commenti offensivi del dipendente Di Gennaro SpA
L’ignaro diffamatore però non si accorge che durante il suo sfogo commette un autogol incredibile. Quando si dice che dalla rabbia a volte esce fuori la verità. In questo caso può essere vero e il dettaglio non è passato inosservato. Tra le offese varie, il dipendente della Di Gennaro SpA ammette che quello che è bruciato nel cortile dell’azienda è materia prima secondaria (c.d. MPS), smentendo di fatto la responsabile della sicurezza della Ditta Di Gennaro Spa, Annaluce Borriello che ai microfoni di NapoliMetropoli asserisce che quello che sta bruciando all’interno del piazzale è materiale già selezionato, quindi carta e non più rifiuto MPS. (di seguito il video)
Che sia o meno un modo per far capire agli inquirenti che gli unici danneggiati da quest’incendio era l’azienda, questo non lo possiamo sapere, certo è che se si dichiara agli organi di informazione – che sono stati accompagnati molto garbatamente all’interno dell’azienda dal proprio addetto stampa mentre altri si stavano ponendo mille domande fuori prima che venissero assaliti – che quello che brucia e materiale già selezionato pronto alla vendita, è logico che poi possa essere influenzata l’opinione pubblica. Ma dal momento che un operaio stesso della Di Gennaro SpA, per dimostrare che è lui a sapere la verità mentre attacca il sottoscritto accusato di aver simulato l’aggressione, ammette che a bruciare è materia prima secondaria, cioè quelle balle che non hanno mercato e che l’imprenditore è costretto a smaltire a sue spese, allora lo scenario cambia e i dubbi aumentano.