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AFRAGOLA. La giunta stenta a decollare a causa delle richieste esose di Forza Italia

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AFRAGOLA – Tutto fermo. Ad operare, fino ad ora negli uffici della politica alla casa comunale è il solo sindaco Claudio Grillo che dal giorno dopo la sua investitura ufficiale ha già occupato il suo ufficio e si è messo a lavoro per cambiare le sorti della propria città. Non sono dello stesso avviso i consiglieri eletti che reduci da un’idea malsana della politica, perdono ancora tempo a specchiarsi nei personalismi sterili del chi sono io e quanti voti ho preso.

Chi sta causando disagi alle decisioni di un sindaco che ha optato, fin dal primo minuto della sua campagna elettorale, per l’ascolto è il primo partito votato nel comune a nord di Napoli, ossia Forza Italia. A quanto pare, da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, pare che il partito azzurro abbia messo sul piatto della bilancia quattro posizioni di spicco, tra cui tre assessorati di rilievo e la figura del Presidente del Consiglio. Ad Afragola come a Caivano il partito azzurro vuole fare incetta di potere e non si accontenta di rispettare quello che in percentuale ha conquistato, ovvero il 12,38%, ma vuole di più. Tre assessori e la moderazione dell’Assise Pubblica è pari a circa il 70% della macchina burocratica e sono pari alle stesse percentuali richieste dai quattro dissidenti di Monopoli in quel di Caivano. In quest’ultimo caso l’organo sovracomunale del partito del Cavaliere Armando Cesaro fece come Ponzio Pilato, se ne lavò le mani e consentì ai quattro consiglieri di sfiduciare il proprio sindaco e a Forza Italia di perdere l’unico sindaco espresso a nord di Napoli. A questo punto ci si domanda, cosa farà adesso Armando Cesaro visto che siamo a inizio consiliatura?

Da quello che si evince la colpa di queste richieste deriva dallo “strano” arruolamento avvenuto nella segreteria cittadina del partito azzurro. I quattro consiglieri eletti non ragionano come una squadra, infatti le quattro posizioni richieste saranno individuali, a ogni eletto la propria espressione. Niente sintesi, niente squadra, niente accordi. Come se ogni consigliere forzista stia facendo un percorso a sé e la collocazione in Forza Italia sia servita solo ad associare un simbolo al proprio nome. Insomma una chiara dimostrazione di come oggi le segreterie di partito non facciano più formazione e non si interessano della cosa pubblica nei periodi morti della politica cittadina.

A seguire a ruota questo comportamento sono quelli di Afragola Viva che sprezzanti del fatto che in giunta devono esserci le vere competenze, il tutto si riduce ad una questione di ruoli e riconoscenze. Il manuale Cencelli in questi anni, soprattutto nei piccoli territori, ha fatto sfaceli. E a nord di Napoli non vogliono neanche sentir parlare di abbandonare tali idee. Sul banco arancione resta la questione dimissioni Acri e surroga di Francesco Castaldo a discapito di una collocazione più naturale in giunta di Salvatore Iavarone che, a netto di smentite o dimostrazioni del contrario, è stato il promotore e il presentatore dei dieci punti da attuare nei primi sei mesi per il bene di Afragola, è stato colui che ha organizzato e formato la lista Afragola Viva, è l’unico della lista ad intessire rapporti con organi sovracomunali, non a caso qualche giornalista l’ha definito il plenipotenziario di De Magistris, è stato colui che, a discapito della propria campagna elettorale, ha accompagnato più volte l’allora candidato sindaco Claudio Grillo nelle sue uscite propagandistiche, ma soprattutto è stato lui che ha organizzato il tavolo delle civiche per togliere la città dalle mani di un inefficiente Tuccillo.

Adesso non ci si aspetta altro che si continuino ad alimentare voci, al solo scopo di zittire l’unico organo di stampa in grado di mettere sul tavolo la verità, per le quali queste indiscrezioni siano inventate ad hoc per favorire l’uno o l’altro politico. A Minformo, oltre le congetture di chissà quale manovratore che altro non fa che associare il proprio nome ad indagini della magistratura e/o politici arrestati, piace essere accusato su fatti reali e non su congetture da quattro soldi al solo scopo di annichilire la verità per continuare a fare i propri loschi interessi.

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