L’Italia torna da Parigi con un nuovo giocatore, un giocatore che pochi conoscevano, abituato a piccoli palcoscenici, ma che per due settimane è stato in grado d’infiammare il pubblico di Parigi e oggi tutti gli spettatori del Philippe Chatrier. Marco Cecchinato da lunedì sarà numero 27 del mondo e per lui si apriranno nuovi scenari. “Fino a due giorni fa, l’immagine che mi raffigura in questo torneo è la risposta sul match point contro Djokovic. Ma da oggi è l’applauso che tutto il centrale mi ha fatto quando sono uscito dal campo. È stato emozionante, avevo i brividi. Mi è un po’ dispiaciuto per tutte le persone che oggi sono venute qui dall’Italia per assistere al mio match, ma ho dato tutto e quando perdi contro un giocatore più forte hai poco da recriminare”. Sono state le prime parole pronunciate da Marco Cecchinato a fine incontro. Un match difficile, molto più complicato di quello portato a casa contro un Djokovic che è solo un lontano parente del campione che tutti noi abbiamo ammirato negli ultimi anni. “Dopo Nadal, Dominic Thiem è il più forte giocatore al mondo su terra battuta. Sapevo a cosa andavo incontro: è solido alla battuta e quando imprime il “kick” i suoi servizi diventano imprendibili. Ho faticato a rispondere proprio per questo. E da fondo campo non lo scopro certo io”.
ALL PARI — Marco ha giocato alla pari per quasi 2 ore con un top ten vero come Thiem, arrivando per tre volte al set point nel corso del tie break del secondo set. “Speravo di giocare all’altezza di quanto fatto contro Djokovic e credo di esserci riuscito. Ho avuto tre set point, ho avuto le mie chance per allungare la partita. Potevo essere più fortunato quando lui ha preso la riga sul mio secondo set point, ma alla fine lui ha meritato più di me di vincere”
. Ora inizia una nuova fase della carriera di Cecchinato, una fase che lo vedrà protagonista in tutti i tornei più importanti, a partire da Wimbledon dove sarà testa di serie. “Ho bisogno di riposare, di stare qualche giorno solo con la mia fidanzata, i miei amici. Poi penseremo al resto della stagione. Ovviamente devo pianificare un nuovo calendario perché un conto è essere 70 del mondo e un conto stare nei primi 20”. Marco è così, sincero e solare nella vittoria come nella sconfitta. “Porto via da Parigi tante cose. Le due più importanti, oltre al riconoscimento del pubblico, sono la consapevolezza e la determinazione. Sono consapevole di quello che ho fatto, dei miglioramenti messi in atto negli ultimi 2 mesi e determinato a fare ancora meglio. Devo ancora lavorare molto su molti aspetti del mio tennis. E poi non c’è solo la terra battuta. Credo di poter giocare bene anche sul cemento. Mi dovrò adattare, negli spostamenti e nei differenti rimbalzi della palla, ma non credo che questo sia un problema”.
Fonte: Gazzetta dello Sport.it