CAIVANO – Che la sinistra abbia portato le ecoballe sul territorio caivanese lo sanno anche le pietre. A scrivere la parola “Accesso” all’entrata delle enormi balle di monnezza in quel di Pascarola fu l’allora sindaco Mimmo Semplice, colui che oggi vorrebbe guidare di nuovo la città di Caivano sotto l’effige del PD. Sugli affari milionari messi su dalla politica in accordi con la maggior parte dei proprietari terrieri, dove molti dei quali risultano essere pregiudicati ed alcuni anche vicino a clan camorristici ci ha messo le mani la Commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti che nella sua relazione finale ha censito i costi sostenuti dallo Stato per la custodia dei depositi di ecoballe in Campania, una cifra che supera i 23 milioni di euro.
Praticamente l’affare più grosso lo hanno fatto principalmente i proprietari terrieri che oggi custodiscono le enormi balle di immondizia dove in alcuni casi il giro d’affari per ogni singolo custode può anche superare il mezzo milione di euro. Una vera fortuna per chi ne abbia avuta la possibilità. Solo che a far storcere il naso è il fatto che la maggior parte di questi proprietari terrieri abbiano alle spalle una lunga sfilza di reati commessi ed in alcuni casi, come in quel di Caserta, appartengano perfino a clan camorristici.
Nel caso di Caivano il terreno nella zona Asi dove sono custodite le famose ecoballe è di proprietà di un certo Michele Barchetti che secondo il Noe dei Carabinieri, così come si legge anche su fanpage, ha precedenti penali per: porto abusivo e detenzione di armi, distruzione di bellezze naturali ed una serie di condanne per diversi abusi edilizi. Barchetti insieme ad un comproprietario si è portato a casa fino ad ora 103 mila euro per il fitto dei suoi terreni, pagati dallo Stato.
Oltre a Michele Barchetti tra i proprietari dei terreni dove sono custodite le ecoballe a Caivano, spunta anche la I.Gi.Ca. carrozzone clientelare messo su dalla sinistra locale e acquistato al 100% delle azioni sotto la consiliatura di Giuseppe Papaccioli. La I.GI.CA spa di Caivano ha affittato alcune aree dei suoi stabilimenti per custodire le ecoballe per una cifra complessiva di 2,4 milioni di euro. L’azienda però nonostante gli incassi di soldi pubblici è fallita proprio sotto la gestione delle scorse amministrazioni e le aree sono state, dopo alcune intermediazioni, acquistate dalla K.IM Recycling spa che attualmente è la titolare del contratto.