NAPOLI – “L’agriturismo in Campania è sempre più rosa. Siamo la prima regione del Sud per aziende guidate da donne, ma occorre stare attenti ad una crescita della multifunzionalità agricola legata alla qualità”. Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale Coldiretti e presidente regionale, e Manuel Lombardi, presidente di Terranostra Campania, commentano così i dati 2006 sull’agriturismo che Istat ha diffuso oggi e che registrano un comparto in grande spolvero in Campania, con +76 aziende per un totale di 648 agriturismi censiti.
Tutto il Mezzogiorno registra un andamento positivo negli agriturismi gestiti da donne con un +6,4%, grazie alla Campania che ha una crescita del +14,3%. La Campania è la prima regione meridionale con 320 aziende “in rosa”, seguita dalla Puglia con 305. Gli agriturismi campani sono così distribuiti: 170 si trovano in montagna, 414 in collina e 64 in pianura. L’agri-ristorazione campana conta quasi 24mila posti a tavola, mentre i posti letto sono circa 5mila.
I dati Istat arrivano all’apertura del 2° corso dell’Agrichef Academy Campagna Amica, promosso da Coldiretti e Terranostra Campania presso la sede di Montoro (Av), con la presenza del presidente nazionale di Terranostra Diego Scaramuzza. “La forte partecipazione ai nostri corsi – spiegano Masiello e Lombardi – dimostrano quanto sia sempre più forte il bisogno di distinguersi dagli operatori turistici tradizionali. L’agriturismo è una delle due colonne portanti della multifunzionalità che, insieme alla trasformazione, alla vendita diretta e ai servizi, ha il compito di far conoscere il territorio rurale.
Il progetto di Campagna Amica ha l’obiettivo di difendere il ruolo di ambasciatori del patrimonio agroalimentare, che significa custodire prodotti spesso di nicchia e saperi artigianali che rischiano di scomparire. Per evitare questo rischio occorre smontare l’idea che l’agriturismo sia una soluzione economica per mangiare alla buona. L’esperienza in agriturismo è un viaggio alla scoperta del cibo sano, del legame con la terra e la cultura, di storie familiari che tengono viva l’agricoltura”