CAIVANO – La verità viene sempre a galla. Questione sul tavolo la sfiducia al sindaco Simone Monopoli. Il centrosinistra ha cercato, giustamente, di approfittare della guerra interna a Forza Italia, soprattutto del tentativo del consigliere Gaetano Ponticelli di mandare a casa Simone Monopoli, per portare in aula una mozione di sfiducia al sindaco.
Il centrosinistra ci ha provato. Durante il “dialogo” con i “dissidenti” della maggioranza, Ponticelli e Buonfiglio hanno dato anche l’ok sul voto in aula. Ma la minoranza ha tolto tutto di mezzo per il momento in quanto Frezza e Mellone, avendo motivazioni totalmente diverse e distanti da Ponticelli, non hanno dato la disponibilità a chiudere l’esperienza. E senza Mellone e Frezza non ci sono i numeri per sfiduciare il sindaco. Quindi, il centrosinistra ha evitato di affondare il colpo perché ha capito da un’analisi del contesto che se non ci sono i numeri, si rischia solo di fare un favore a Monopoli. Smarcando Ponticelli, il quale ha chiesto chiarimenti del passo indietro anche al segretario del Pd Antonio Angelino. Quest’ultimo, in questa fase, ha fatto il suo dovere. Se la maggioranza viene meno si va a casa. Ma dev’essere Forza Italia a fare il primo passo e poi si muoverà il centrosinistra. Se non ci sono i numeri, era ed è inutile mettere in piedi una “buffonata” che sarebbe servita solo ai due “dissidenti” della maggioranza, Ponticelli e Buonfiglio appunto, per tentare di alzare il prezzo nei confronti del sindaco. Un primo cittadino che anche a costo di essere sfiduciato ha dimostrato, nei fatti, che non si lascia condizionare soprattutto su quelle che per legge restano sue prerogative, come la scelta dei responsabili di settore.
Ma non è finita qui. Cinzia Buonfiglio all’ultima riunione di maggioranza non si è presentata e le indiscrezioni la vorrebbero addirittura all’opposizione. Ma in questo caso non sarà seguita da Ponticelli il quale vuole rappresentare il “cavallo di troia” di Monopoli, ossia sfiduciare e destabilizzare dall’interno. In quanto è consapevole dei limiti politici che ha mostrato fino a qui e della debolezza delle argomentazioni che ha posto sul tavolo per contrastare il primo cittadino.
Sul fronte del centrosinistra, invece, si serrano le fila. Se Forza Italia viene meno, tutti andranno al protocollo per porre fine all’esperienza. Ma il ragionamento si ferma qui. Alla volontà di chiudere l’esperienza. Non a caso il segretario dei “democrat”, Antonio Angelino, ha lanciato sui social un “leit motiv”, “sciogliere per scegliere”. Ma le modalità questa volta sono marcatamente politiche. Come detto, Forza Italia rompe la maggioranza e il centrosinistra prende atto e aggiunge le dimissioni dal notaio a quelle dei consiglieri “azzurri”. Altrimenti non se n’è fa nulla. Il centrosinistra marca le distanze per il futuro. Pure perché per come il clima si è avvelenato e per le rivendicazioni in campo, la prossima campagna elettorale si annuncia davvero dura e anche l’argine antimafia sarà più alto, a cominciare dalla mobilitazione elettorale dei “galoppini dei clan” fino a quei soggetti politici portatori di interessi che il centrosinistra non vorrà certo caricarsi sul carro perché nessuno vuole che Caivano possa col tempo innescare quel meccanismo perverso che ha portato Crispano ad azzerare in malo modo un’intera classe dirigente. Anche se la strada intrapresa è proprio quella. A cominciare dai “manutengoli” aggregati con pochi spiccioli col compito di offendere su “facebook” persone perbene con accuse violentissime senza inserire i destinatari di quel fango. Proprio come la mafia, tra contatti anonimi e “cappucci”, si punta a “sporcare” gli onesti per tentare davanti all’opinione pubblica di mettere tutti sullo stesso piano. Dimenticando che la città non perdona. Conosce i cognomi, le storie personali e quelle familiari. Non a caso i “manutengoli” si muovono con i “cappucci” perché sono i primi ad essere imbarazzati dalle loro storie personali e familiari. E questa sarà la missione di tutte le coalizioni in campo alle prossime Amministrative. Isolare i portatori di interessi deviati e i soggetti che si servono di “ambienti equivoci” per reperire preferenze. Se si vuole salvare Caivano, l’emergenza adesso resta questa. Alzare l’argine nei confronti di eventuali condizionamenti della criminalità. Altrimenti il destino è segnato. Chiunque uscirà vincitore dall’urna.