Clima pesante, negli ambienti della vecchia politica casavatorese: dopo lo scioglimento dell’assise comunale, pare stiano per fioccare i rinvii a giudizio. Le indagini, ormai concluse, restituirebbero un quadro agghiacciante, mettendo in luce solidi rapporti di lungo corso tra politici e criminalità locale, che hanno evidenziato procedure tutt’altro che trasparenti, quali voto di scambio con l’aggravante del metodo mafioso ed altre amenità. Le ragioni dello scioglimento, del resto, narrano di coinvolgimenti non certo occasionali, allontanando così le speranze di un accoglimento del ricorso recentemente presentato dagli amministratori destituiti. Intanto i protagonisti di questa triste vicenda sembrano essere scomparsi dalla scena, ad eccezione dei militanti del Pd, che domani sono chiamati a scegliere, attraverso le discusse “primarie” a pagamento, il nuovo segretario nazionale del partito la cui variegata coalizione a Casavatore ha contato numerosi indagati tra eletti e candidati e che domani pare, molto verosimilmente, possa essere “commissariato” per garantire il regolare svolgimento delle consultazioni. A ciò si aggiunga la possibilità che numerosi amministratori, indagati e non, potrebbero essere invitati a comparire in Tribunale per la declaratoria di incandidabilità, che costringerà buona parte di loro a saltare almeno un paio di tornate elettorali. Che sia questa l’occasione giusta per “bonificare” il territorio da una politica sempre meno attenta alle necessità dei cittadini? Ci auguriamo, di vero cuore, che non si assista al “revamping” della classe politica locale, con il solito avvicendamento generazionale, all’interno del quale cercheranno il proprio spazio gli “amici degli amici”: comportamento, questo, fortemente diffuso nelle realtà delle amministrazioni rimosse per gravi motivi.