Qualcuno ha scritto che qualcosa si è risolto, la pezza è stata messa, i blogger come me a volte preferiscono abitare nelle terre di mezzo e forse, viste le accuse degli ultimi giorni, io sono tra questi.
Mi occorre però precisare che l’erba e il fascio spesso non hanno corrispondenze, sbaglia chi scambia l’osservazione acuta (la mia ovviamente) con il cieco attacco alla politica senza che si sia mai toccato con mano la macchinosa perseveranza degli addetti ai lavori, ostinazione che spesso cozza contro il muro di gomma eretto tra la poltrona e l’interesse cinico del contraccambio.
Così ieri ho potuto assistere a un consiglio comunale, quello di Caivano, dove la verità era seduta all’ingresso del luogo dove si celebrava l’ennesima farsa, a fumare una sigaretta, accanto a me, che la noia mi aveva corroso il cavallo dei pantaloni a forza di grattarmi.
A dirla tutta, mai sono stato presente a un evento tanto sereno come quello di ieri, durante il quale si sono sprecati complimenti, sorrisi, strette di mano da una parte e dall’altra che quasi sembrava di essere tra umani, qualche consigliere additava addirittura un noto dirigente del comune quale salvatore della patria e per un attimo ho creduto di vedere la resurrezione di lazzaro, gli angeli con le trombette e un occhio affacciarsi tra le nuvole per benedire il genere umano.
I consiglieri dissidenti erano seduti composti e silenziosi, così come aveva ordinato il capo supremo della compagine nazionale che, da voci certe, il giorno prima gli aveva tappato la bocca con una succulenta polpetta napoletana.
Tutti in pace, tutti tranquilli, d’altra parte si avvicina la Pasqua della resurrezione.
Il sindaco ha ceduto alle avance dolo(ro)se dei quattro?
Per il momento non ci è dato di saperlo, per il momento preferiamo continuare a credere che qualcosa il primo cittadino possa mettere in campo per fermare lo scempio delle congrue che tengono in piedi il sistema che ha messo in ginocchio la cittadina.
Il sospetto è legittimo, a chi cosa e a chi altro?
Intanto il compromesso si era nascosto dietro un pilastro, ma gli si vedeva la coda, diavolo di un diavolaccio che si impossessa della mente degli eletti, li fa rivoltare, inietta sangue nei loro occhi e li trasforma in zombi pronti a sferrare l’attacco finale agli ultimi esseri viventi che provano a non farsi mordere da quella politica avvelenata dalle rendite del favore ricevuto.
Io l’ho visto il demonio, mi ha sorriso e gli ho sputato in faccia.