Fortunato Cerlino il Don Pietro Savastano della fortunatissima serie Gomorra – in un’intervista rilasciata a Vanity Fair ha dichiarato di non volere più prestare la sua immagine per interpretare ruoli da “camorrista” .
«Il male ha un fascino, e di quel fascino io sono stato, per un certo periodo, l’espressione. Esserlo mi ha dato successo: mondo nuovo, ritmo furente, porte su porte che si aprivano. Ma tante si chiudevano “Sei camorrista, non riesco a venderti in altre vesti”. Come se tutto il lavoro fatto prima, il lavoro di attore a teatro, fosse svanito».
Durante l’intervista, Fortunato Cerlino, parla anche dei tentativi della camorra di assodarlo e dei suoi secchi rifiuti dettati dall’onestà e dai valori della sua famiglia.
Una scelta artistica che certo è dettata dalla voglia di allontanarsi da un mondo che poco appartiene all’attore, una voglia di riscattarsi e far morire definitivamente Pietro Savastano e quello che seppur nell’immaginario degli autori rappresenta. Il 2 Marzo uscirà nelle sale “FALCHI” dove interpreterà un agente del corpo speciale di polizia, non proprio una figura pulita e senza peccato, ma si sà, la strada per il cambiamento non è così breve.
L’intervista continua con una domanda, la cui risposta, la copieremo per intero per la bellezza della stessa.
In che cosa lei e Napoli vi assomigliate?
«Nella luce forte da spaccare e negli angoli bui, che non ci metteresti mai piede. Nell’essere una sfera in equilibrio: da una parte cadi nella bocca del Vesuvio, dall’altra nella spuma delle onde del lungomare».