Caivano ha un sindaco su generis, un uomo che gestisce i rapporti con i cittadini in un modo del tutto particolare, potrei dire che si affida ai suoi sparuti neuroni per esprimere la sua opinione e dare risposte alle persone a cui dovrebbe dare conto per il solo motivo che sono le stesse che gli pagano lo stipendio.
È chiaro che le difficoltà persistono nella sfera cognitiva e affettiva, non esistono altre spiegazioni logiche, la serierà dell’amministrazione politica è pienamente rappresentata dal primo cittadino di quel di Caivano, la piangente cittadina a nord di Napoli già vittima dello sfruttamento politico dei soliti signorotti locali.
E i suoi abitanti, gli stessi che hanno permesso al sindaco teleguidato di prenderli per i fondelli, quelli che lo hanno votato direttamente e quelli che lo hanno sostenuto attraverso altri personaggi che gravitano intorno alla sua intolleranza al prossimo, che sputano in faccia a cittadini inermi che chiedono i propri diritti -perché di sputi si tratta-, continuano a fare finta di niente, come se la cosa non gli appartenesse, come se chi amministra le casse pubbliche fosse un alieno che gestisce un soldo che viene da chissà dove.
A me hanno insegnato il rispetto per le altrui opinioni, il sindaco impari a rispettare i suoi datori di lavoro, i cittadini e una comunità che lo vede ogni giorno di più come un attentato alla pubblica salute.