POLITICA

Crispano e Casavatore disciolti (nell’acido)

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È di oggi la notizia dello scioglimento dei comuni di Casavatore e Crispano per infiltrazioni camorristiche.

È di oggi ma è la notizia di sempre, quella che ci si aspetta, quella di cui, ormai, non ci si meraviglia più. Due comuni a caso, ma i nomi potrebbero essere tanti tra quelli a nord di Napoli.

Anni di politica approssimativa, voto di scambio, favori agli amici degli amici, parentopoli, tangenti e ghigni sinistri che ti schiaffano in faccia quando provi a protestare, questa è la gestione della cosa pubblica nei luoghi abitati da un popolo ormai assopito e senza più nessuna voglia di reagire.

Fortunatamente la giustizia fa il suo corso e prova a riappriopriarsi di quel senso di legalità che dovrebbe apparire ovvio,  essere il pane quotidiano degli uomini di buona volontà, quelli che non si sporcano le mani con i cammorristi, con quella merda che è una montagna a volte insormontabile, ma pur sempre deiezione infame di infami.

Si può cambiare, qualcuno ancora ci crede, e i gruppi di cittadini attivi presenti sui territori potrebbero fare la loro parte se solo non si perdessero in girotondi di “morettiana” memoria, se non si lasciassero prendere dal timore di perdere il niente che uno stato vessatore continua a negargli, l’illusoria certezza che la vita sia l’approssimazione dell’esistenza, se agli ODG dei meetup sostituissero azioni utili allo smascheramento degli intrighi comunali.

Si può fare, c’è chi ci sta riuscendo e ci è riuscito.

La camorra è una montagna di merda , non bisogna mai dimenticarlo, mai annientarsi di fronte ad essa, affinché non si possa essere collusi e avere l’illusione di essere al di sopra di essa.

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