CAIVANO – Un colpo di scena, seppur già preannunciato, sul caso dell’omicidio della piccola Fortuna avvenuto il 24 giugno 2014 al Parco Verde di Caivano. Il padre della vittima, Pietro Loffredo, già aveva lasciato intendere qualcosa e, fermo della sua convinzione che l’imputato Raimondo Caputo detto Titò non è il responsabile dell’assassinio, ha fatto sapere tramite il suo avvocato Sergio Pisani di rinunciare alla costituzione di parte civile.
Nel corso dell’udienza tenutasi davanti alla terza sezione della Corte d’Assisi di Napoli, il legale dell’uomo ha formalizzato la richiesta con il Loffredo che ritiene un altro inquilino nel palazzo il colpevole del crudele omicidio. Durante il procedimento, un testimone Massimo Bervicato che abita nello stesso palazzo della famiglia Loffredo ha depositato a favore dell’imputato che, al momento della caduta di Fortuna dall’ottavo piano, sarebbe stato visto in compagnia della figlioletta per strada. Tale dichiarazione lascia seri dubbi sulla sua veridicità in quanto è stata fornita solo successivamente e non in occasione delle indagini preliminari.