CAIVANO – Da diversi giorni per le strade di Caivano sono spuntati alcuni poster 6×3 (manifesti giganti) che raffigurano alcuni slogan che il sindaco di Caivano Monopoli ha usato negli ultimi tempi per giustificare l’immobilismo della sua amministrazione e travisare la realtà con tanto di logo “Monopoli”, quello che usava anche in campagna elettorale, evidentemente nessuno ancora gli avrà riferito che ha vinto lui e che deve cominciare a fare il sindaco. Per fortuna, finalmente, a Caivano c’è la controinformazione di Minformo e di seguito cerchiamo di smontare col dono della sintesi, le elaborazioni testuali del copywriter che cura la comunicazione del sindaco “markettaro”.
Uno dei poster recita: “Censimento del Parco Verde, per riportare legalità nell’area. Una cosa mai realizzata. Ordine dove prima c’erano solo debiti.”
Esaminando le parole di questo primo messaggio pubblicitario si può dedurre che parlare di censimento del parco verde e legalità è un ossimoro, perché il bravo e solerte sindaco non può ergersi a magistrato che tutto d’un tratto legittima gruppi di occupanti abusivi con un semplice bollettino da pagare alle poste comprensivo di tutte le quote arretrate non versate, o quanto meno avere l’idea di mettere a bilancio somme non esigibili. Forse il sindaco non sa o fa finta di non sapere che l’illegalità si consuma anche in altre periferie, dove l’elite radical chic caivanese costruisce ville abusive senza pagare tributi e servizi, e forse non sa o fa finta di non sapere neanche che sugli alloggi del Parco verde pende un dramma trentennale, che tra 750 famiglie, solo 400 grazie ad una legge del 1995 sono proprietarie legittime perchè assegnatarie secondo quanto stabilito dalla L. 219 del 1981. Pare che il Comune di Caivano, avrebbe legittimità di proprietà solo su 150 appartamenti che all’epoca del terremoto irpino furono assegnati ai terremotati e meno abbienti residenti a Caivano, il che significa che il sindaco Monopoli potrebbe pretendere tasse sull’occupazione solo dai 150 assegnatari caivanesi.
Per quanto riguarda il riportare la legalità all’interno del Parco Verde, significherebbe vedere che il sindaco, si adoperasse affinché la L. 219/81 venga rispettata dagli organi governativi e cioè costruire nuove case inglobate nel tessuto urbano caivanese, senza creare nuovi ghetti che facilitano la malavita e lo spaccio di droga come succede ancora all’interno del parco, e permettere agli assegnatari di vivere in vere case, abbattendo quelli che dovevano essere degli alloggi provvisori, fatti di cemento e amianto e ridotti dal tempo, a baracche colabrodo. Lo spazio ricavato dal vuoto dei casermoni di cemento portarlo allo splendore del verde di una volta e ridare a Caivano quello spazio di ossigeno e rugiada che un tempo caratterizzava quel posto.
In un altro poster si legge: “Mensa e trasporto scolastico garantiti a costo zero per il Comune. Soldi pubblici risparmiati per risanare il dissesto del centrosinistra”
Analizzando anche quest’altro messaggio pubblicitario, non si può non riconoscere una certa superficialità in queste parole, per non parlare di una presa in giro di chi non è informato. Inanzitutto, il trasporto pubblico è costato € 15000+iva per soli tre mesi e qui sono stati spesi soldi pubblici, per quanto riguarda la mensa invece, tutti sanno che a pagare l’intero importo dei ticket, sono i genitori stessi dei bambini, ora, a meno che il buontempone Monopoli, non pensi che i soldi del Comune siano suoi, allora potrebbe essere giustificata tale comunicazione, in caso contrario bisognerà informarlo che un governatore, o toglie i soldi dalla tasca dei contribuenti sottoforma di tributi che rimpinguano le casse comunali, o toglie i soldi dalla tasca dei contribuenti facendoli pagare direttamente i ticket mensa, è la stessa cosa, in entrambi i casi si tratta dell’incapacità gestionale di soldi pubblici.
L’unico augurio è che il sindaco Monopoli, dopo la non rinuncia delle indennità da parte della sua amministrazione, non abbia investito soldi pubblici per il noleggio delle postazioni di questi messaggi che offendono l’intelligenza dei cittadini caivanesi.