Acerra

ACERRA: La figlia si ammala, denuncia un pozzo contaminato e viene multata dalla Polizia Locale

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Claudia Spinuso mostra le denunce che ha prodotto e le multe che ha subito – Foto: Il Mediano

ACERRA – Una cittadina di Acerra, Claudia Spinuso, vive una vicenda paradossale, lei ha preso in affitto una casa proprio lì nel paese di Pulcinella, dopo un pò vede la figlia e la madre ammalarsi di una dermatite strana, che lascia infiammazioni, prurito e bollicine sulla pelle. Dopo accurate analisi fatte, scopre che la propria abitazione è priva di collegamento fognario e che la rete idrica non è collegata, l’acqua che esce fuori dai rubinetti in effetti è l’acqua di un pozzo artesiano che a quanto certificato da un laboratorio accreditato, Kellab Silliker, un gruppo accreditato in analisi chimiche, è contaminato da nitrati e batteri coliformi in eccesso.

La dermatite che ha colpito la bimba di Claudia Spinuso – Foto Il Mediano

Scoperto tutto questo la donna, si reca subito dalla Polizia locale e al comune, denunciando il fatto e di tutta risposta, la polizia locale dopo aver ispezionato la casa, presenta due multe alla signora Spinuso e suo marito, una di € 208,00 e l’altra di € 50,00 per aver omesso la denuncia alla Provincia sia del pozzo artesiano che della vasca biologica attigua, come si legge anche su “Il Mediano”.

La cosa strana è che la multa non è stata recapitata alla proprietaria, né tanto meno sulle multe emesse non compare il nome della proprietaria. Il Comune dal canto suo fa sapere che per i pozzi cartesiani, il colpevole è anche l’inquilino pertanto la signora è tenuta a pagare la multa.

Dal canto suo Claudia Spinuso, denuncia il sindaco Lettieri, poichè a suo dire, le villette dove lei abita sarebbero tutte senza collegamento idrico e fognario e quindi tutte abusive. “Mi vogliono zittire – sostiene la donna – è una situazione assurda, sto chiedendo invano da tre anni il contratto di locazione – afferma Claudia – qui è tutto abusivo”. La traversa in cui c’è il complesso edilizio ha cambiato nome tre volte. “Com’è stato possibile – si chiede la donna mentre mostra la carta d’identità – che il Comune ci abbia dato la residenza ?”.

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