CASANDRINO – Controlli alle industrie tessili della provincia a Nord di Napoli. Un’indagine che parte dal commissario Donato Cafagna, rientra nel contrasto ai crimini nella Terra Dei Fuochi. Sotto la lente degli inquirenti Acerra, Caivano, Frattamaggiore e Casandrino, ma in quest’ultimo comune sono state scoperte irregolarità più significative. Un pomeriggio infinito, ma alla fine si sono posti i sigilli ad una fabbrica in via Paolo Borsellino e si è individuato uno scarico illecito di scarti tessili, appena poche centinai di metri più avanti in un’area di circa sessantamila metri quadri.
Gli uomini della Polizia Giudiziaria della Città Metropolitana, guidati dal comandante Lucia Rea, insieme alla Polizia Locale, all’Ispettorato del Lavoro e all’ASL Na 2 Nord hanno sequestrato la Mina Faschion, una fabbrica impegnata nel taglio, incollaggio e stiratura di capi di abbigliamento, in particolare di giacche. Qui lavoravano 30 operai, tra cui sette senza contratto, dunque dipendenti a nero, e uno clandestino. Lavoravano in condizioni estreme, è emerso infatti, che l’impianto elettrico era a rischio folgorazione. I reati ipotizzati sono abbandono e gestione illecita di rifiuti ed emissioni in atmosfera. Erano lì dal 2014, ma non avevano mai registrato carico e scarico dei rifiuti.
Appena cinquecento metri più avanti, in viale Siracusa, località Montevergine, l’ennesimo scempio ambientale. Ad accoglierci c’è Pocho, cane grosso nero, che ci accompagna lungo tutto il percorso, fino al cuore della discarica abusiva. Pocho è amico di tutti nel quartiere, segno che quella zona non era estranea, non è stata una scoperta di ieri pomeriggio, ma da tempo era abbandonata a se stessa. Qui troviamo centinaia di grossi sacchi neri, stracolmi di stoffa, per la maggior parte di natura sintetica altamente infiammabile e tenute insieme con colla, ma non solo, anche rocchetti di cotone, pezzi di macchine per cucine, e tutti i più variopinti scarti del mondo tessile. Una scintilla e si sarebbe potuto provocare un incendio spaventoso. Infatti l’area è grande circa sessanta mila metri quadri, e paradossalmente si trova a ridosso di una delle zone più belle del Comune. Qui infatti c’è uno stadio comunale, ad oggi abbandonato e soprattutto diversi ettari dedicati alla coltivazione di alberi di pesca. La bellezza assoluta convive con sacchi di spazzatura. Secondo i ricordi di alcuni agenti della Polizia Municipale, circa due anni fa qui ci sono stati controlli da parte della Forestale. Dunque da due anni la zona riversa in questo stato. Ieri però il nucleo capitanato dal Lucia Rea ha sottoposto a sequestro l’intera zona, dove troveremo anche una discarica inertizzata, come spiegano i caschi bianchi di Casandrino, e una videocamera di sorveglianza funzionante, e su questa gli inquirenti stanno cercando di potere ottenere immagini da esaminare.