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È morto Dario Fo, il fascista rosso della Fallaci

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In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta. Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po’ le teste. Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa.

In questa frase è racchiuso tutto il pensiero dell’artista che, negli ultimi anni, ha abbracciato la fede pentastellata in modo pieno e completo.

Pensatore dell’ultrasinistra e fascista rosso, come ebbe a definirlo un’altra grande italiana Oriana Fallaci, a cui non era mai stato simpatico.

Anticlericale per vocazione suscitò spesso le ire dei cattolici più fondamentalisti, coloro i quali hanno sempre creduto che l’aborto sia un omicidio di stato. Di lui cantò anche Marcello Marrocchi, autore e compositore pressochè sconosciuto alla massa che ha scritto per Mina, Gragnaniello, Massimo Ranieri, Maria Carta, Califano, Loretta Goggi, solo per citarne alcuni, in una sua canzone dal titolo “Io Fo’”.

Io fo presto a giudicare,
fo di tutto per campare
alle spalle della gente,
fo il buffone intelligente
mentre passo il capodanno
con i principi e i marchesi,
per il resto tutto l’anno
fo la critica ai borghesi.

Come ogni genio osannato e disprezzato, resta uno degli artisti più in vista nel panorama teatrale italiano, insostituibile e attuale fino alla fine, quando a 90 anni ha voluto smettere di recitare la sua Opera Buffa, per sempre.

Resterà nel cuore di tutti noi e i nostri nipoti leggeranno la sua vita nei libri di storia.

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