E’ un tempo strano il nostro tempo.
E’ un tempo senza se stesso, dove i minuti scorrono senza accorgersene e la misura dell’umanità è dettata da incognite infinite, un’equazione quasi senza soluzione.
Tempo che ha addosso il sapore della delusione, il colore della carie, il suono di campane mononote, l’odore mordace dei fumi dello zolfo.
Uomini e donne soggiogati dal triste sollazzo della competizione, il correre senza una meta, così, solo per concorrere.
Parole perse tra i dedali di interpretazioni fantasiose, svilite, strappate, vocaboli di idiomi sconosciuti, tradimenti di lingua e concetti.
E un tempo strano il nostro tempo.
E’ un tempo dove la fatica dell’esistenza vince anche sulla fede, oppure un tempo che dimentica di dare il ritmo alla pulsazione dell’universo e disattende le proposte del Divino.
E’ un tempo in cui tutti vogliono governare l’ingovernabile, dove il massimo del guadagno sarebbe il disprezzo in caso di fallimento. Scommesse elettorali, superenalotto che elargisce facili profitti a chi spedisce cartelle e coltelli, armi destinate a colpire il debole, eutanasia nazista, regolare la razza secondo la ricchezza.
E’ un tempo strano il nostro tempo.
Punti un dito al cielo e cadono meteoriti, rabbia che si frantuma al solo contatto con questa umanità.
Chissà se c’è ancora tempo per questo nostro tempo.