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L’inquinamento da diesel provoca danni alla salute del feto per due generazioni

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Come dimostra uno studio fatto su animali, da alcuni ricercatori franco-olandesi e pubblicato du “Particle and Fibre Toxicology”, le nanoparticelle diesel attraversano la placenta e provocano danni alla salute del feto e quindi al bambino che nascerà, portando gravi conseguenze anche al figlio del bambino una volta che sarà adulto.

Nel corso dell’esperimento, gli scienziati hanno sottoposto 12 femmine di coniglio gestanti, la cui placenta è molto simile a quella umana, ad aria pulita e 16 femmine ad aria inquinata da diesel per 2 ore al giorno, 5 giorni a settimana a partire dal terzo giorno fino al 27esimo di gravidanza (che dura in totale 31 giorni).

Come spiegano i ricercatori, questa esposizione equivale all’esposizione di una donna incinta che respira aria inquinata e che abita vicino ad un’arteria principale quale può essere un’autostrada o strada extraurbana.

Nella fase finale, come si legge anche su Adkronos, 12 conigli di cui 7 esposti ad inquinamento sono stati sacrificati per essere sottoposti alle analisi dei tessuti di madre e feto a fine gestazione, mentre hanno fatto partorire le altre 16 di cui 9 esposte ad aria inquinata. Si è potuto notare così, una crescita leggermente inferiore rispetto alla norma, nei cuccioli delle madri esposte ad aria inquinata, per colpa di una minore vascolarizzazione della placenta. L’osservazione della placenta invece, ha potuto far registrare un alto tasso di nanoparticelle “estranee” nel sangue del feto, perché queste nanoparticelle, hanno la proprietà di attraversare le pareti della placenta per poi riversarsi nei vasi sanguigni del nascituro.

Non è finita, sei mesi dopo, 12 delle femmine nate durante la sperimentazione (9 esposte all’inquinamento), sono state fecondate ed i loro tessuti non erano presenti nanoparticelle ma alterazioni nello scambio di acidi grassi tra madre e figlio attraverso la placenta. Una condizione che può portare a problemi metabolici al resto dei cuccioli. Grazie ai risultati di questa ricerca, l’equipe ha ottenuto nuovi finanziamenti per approfondire gli studi.

Con questo studio, praticamente è stata stabilita un’altra concausa alle patologie infantili, quali possono essere malformazioni, cancro, leucemia etc. Chissà se un giorno ci sarà qualche mamma che deciderà di affrontare la lotta per l’eliminazione dei motori a scoppio.

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