POLITICA

Il matrimonio del secolo

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I fiori erano stati sistemati ai lati delle panche a formare un corridoio profumato, un drappo bianco dai ricami delicati copriva parte della balaustra antistante l’altare, il leggero brusio degli invitati si trasformò in frastuono quando l’ingresso della sposa spense l’impazienza del compagno che aspettava da almeno due ore.
Tutto pareva compiersi secondo la tradizione, nessuna sbavatura, neanche il ritardo giacché rientrava nella regola.
Lo sposo sorrise mentre la libidine, al pensiero della notte successiva, gli faceva colare una goccia di sudore dalla tempia al taglio del mento, sensazione che veniva amplificata dall’abbigliamento succinto della prossima moglie, il giusto che bastava a coprire le pudenda. Nessuno si era scandalizzato, nessuna meraviglia, anche quello rientrava nella norma.
L’officiante era ancora assente e qualcuno era andato a sincerarsi della sua presenza. “Arrivo, arrivo” aveva detto mentre si guardava allo specchio per assicurarsi che dal suo viso non trapelasse l’emozione. D’altra parte era la prima volta che si celebrava un matrimonio del genere e lui sapeva che sarebbe stata l’unica, l’onore che gli era stato dato sarebbe stato motivo di orgoglio per l’eternità.
La platea fu zittita dal suono di una campanella e gli sposi si girarono immediatamente ponendosi di fronte all’altare e di spalle ai convenuti.
Lei ghignò, lui rise di gusto.
Nessuno ebbe il coraggio di impedire il fattaccio neanche quando il celebrante pronunciò la formula “se qualcuno è contrario si opponga adesso o taccia per sempre”.
Buonsenso chiuse le spalle e abbassò la testa, poi uscì tra gli sguardi increduli dei presenti che si aspettavano una sua reazione.
Avidità e qualunquismo trascorsero la loro prima notte di nozze e da allora, ogni notte, si uniscono carnalmente per generare la stupidità umana.

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