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Il contrabbando di sigarette in uno studio, a Caivano almeno trenta punti vendita

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Su cento pacchetti di sigarette fumate a Napoli, oltre trenta provengono dal commercio illecito delle bionde. Un mancato introito per lo stato di circa 770 milioni di euro.

Soldi che vanno ad arricchire le organizzazioni criminali, non solo la camorra e la mafia italiana, ma anche  i clan asiatici e dell’est europa.

E’ quanto emerge dai dati di una ricerca commissionata dalla Philip Morris, nella quale, tra i finanziatori, compaiono anche i gruppi terroristici, mentre ulteriori proventi vengono investiti in traffico di droga, armi  ed esseri umani.

Oltre i mancati introiti per il fisco si pensi alla quantità di risorse umane impegnate a sconfiggere il fenomeno, e l’accesso facile al fumo per i minorenni -una delle categorie fortemente a rischio- le spese per la sanità che ne conseguono, costituiscono un ulteriore danno per le casse dello stato.

Dietro ogni banchetto agli angoli delle strade si nasconde un mostro pronto a ridurre a brandelli perfino chi paga il pizzo che gli permette di commerciare di contrabbando.

Le istituzioni sono silenti, a Caivano abbiamo contato una trentina di esercenti illeciti, il danno per l’immagine e per la comunità è enorme, mentre la diatriba si sposta su argomenti mondani, sulle feste popolari, sul consenso anche di chi non riesce a comprendere che l’illegalità diffusa è un male profondo che deve essere a ogni costo eliminato.

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