La grandezza degli uomini si misura dalle azioni che compiono.
Le azioni possono essere volte al bene della comunità o a quello personale. Le prime restituiscono individui umani e umanizzanti, le seconde danno l’idea di quanto si possa essere meschinamente piccoli.
Accade a Caivano, dove le barriere architettoniche vengono rimosse grazie all’impegno di un pugno di ragazzi che hanno inteso rendere giustizia ai cittadini disabili, hanno morso le caviglie ai dirigenti e ai consiglieri strappando loro la promessa che, in breve tempo, la villa comunale sarebbe stata resa accessibile ai meno fortunati.
Cittadini, mastini feroci, sguinzagliati dal loro unico padrone, l’onestà.
Così mentre il primo cittadino approfitta degli ultimi fatti di cronaca nera che riguardano Caivano, chiedendo soldi a destra e a manca, anche per rispettare il patto preelettorale stipulato con chi gli ha promesso il solito pacchetto di voti, altri cittadini si danno da fare per restituire la città alla legalità, cercando di riportare il paese alla sua giusta dimensione.
Mai abbiamo visto tanti personaggi del panorama politico e associativo, presenziare i media come nei giorni scorsi, sfruttando i casi di pedofilia per darsi una visibilità che altrimenti non avrebbero mai potuto avere. Ma mentre i bambini morivano non c’era nessuno, una solitudine profonda, un abbandono totale da parte dei politici, delle associazioni, dei preti pirotecnici.
Infine la desolante certezza che niente cambia se a cambiare non è l’uomo.