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CAIVANO, se Monopoli non ha la maggioranza non ha neanche la sfiducia come mai?

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CAIVANO – Il sindaco Simone Monopoli ha appena concluso le consultazioni esclusive con le forze politiche della maggioranza di governo che puntano alla nomina della giunta politica, dopo lo scontro dei partiti il sindaco ha optato per il dialogo in maniera separata con tutte le forze dell’alleanza per capire se avesse una maggioranza e quali fossero i nomi segnalati per comporre la giunta politica. L’esito delle consultazioni è stato che Idea Nuova, Noi Insieme e l’indipendente Gennaro Riccio hanno confermato l’appoggio al sindaco e si sono detti pronti ad esprimere gli assessori che formeranno la giunta politica. Il nodo da sciogliere era Forza Italia che nell’incontro avuto col sindaco ha ribadito l’appartenenza alla maggioranza ma visto che il sindaco non ha voluto cedere al “ricatto politico” del super assessore alle deleghe tecniche (Lavori pubblici, cimitero, manutenzioni e attività produttive) e da ultime indiscrezioni, pare che addirittura gli assessori chiesti dai dissidenti di Forza Italia, fossero stati almeno tre, i quattro consiglieri hanno ribadito la loro appartenenza alla maggioranza e il loro appoggio esterno, praticamente i quattro consiglieri siederanno in maggioranza, non faranno parte dell’esecutivo e dovrebbero, il condizionale è d’obbligo, votare solo ciò che loro ritengono estremamente necessario per il bene pubblico.

Ufficialmente il sindaco Monopoli è uscito da queste consultazioni con una maggioranza politica e un quadro chiaro e completo per poter procedere alla distribuzione delle deleghe politiche, tant’è che addirittura già dalla prossima settimana, il sindaco è pronto a varare la giunta politica rispettando la decisione di tutte le forze dell’alleanza e la decisione di Forza Italia a restare fuori dall’esecutivo. I dissidenti però non è che hanno ribadito la loro estromissione dalla giunta politica perché non volevano poltrone, ma visto che si sono tanto arrovellati per mascherare le loro reali intenzioni, non potevano, adesso, tutto d’un botto scendere a compromessi con il sindaco accontentandosi di un solo assessore. Su una cosa però bisogna dargli atto, che finalmente hanno capito che il sindaco non cede ai ricatti, al punto tale che la settimana prossima verrà varata la nuova giunta politica e così anche l’ultimo appiglio che vede un sindaco totalitario che non vuole la giunta politica decade.

Quindi se il vero motivo per il quale Monopoli non cede al “ricatto” di Forza Italia non è la permanenza della giunta tecnica, allora può darsi che Minformo abbia detto sempre la verità e che un sindaco di una città di 38.000 abitanti non può consegnare le chiavi nelle mani di solo quattro consiglieri comunali, ma quanto meno nominare una giunta politica equidistribuita con dei criteri oggettivi.

Da indiscrezioni trapelate, nella giunta politica, dovrebbe conservare il posto l’assessore Giovanni Casillo poiché sollevare dall’incarico l’assessore al bilancio oggi, con tutto l’iter procedurale in corso sul bilancio stabilmente riequilibrato, sarebbe una follia, mentre una sua permanenza garantirebbe quella continuità ad un’azione politica e amministrativa che ha visto proprio la sua genesi con l’assessore al bilancio.

Adesso il nodo passa nelle mani dei dissidenti di Forza Italia che, attualmente, si trovano nella situazione più imbarazzante visto che il sindaco farà la giunta politica e loro hanno ribadito l’appoggio esterno e per appoggio esterno si intende che i quattro consiglieri azzurri dovranno sedere nei banchi della maggioranza, votare gli atti e garantire il numero legale, se invece, nei prossimi Consigli comunali si comporteranno come l’ultima volta, alzandosi o addirittura assentandosi, facendo cadere di volta in volta l’assise pubblica, allora vuol dire che in realtà le loro intenzioni sono quelle di continuare a tenere in ostaggio Caivano e a certificare il loro ricatto al sindaco. Quindi, logicamente parlando, se Forza Italia terrà fede a ciò che dice (appoggio esterno ndr), allora vuol dire che il sindaco avrà anche i numeri per governare, anche perché non si è mai vista un’amministrazione che voglia far votare cose che vanno contro gli interessi pubblici, almeno non è questo quello che vuole Monopoli, e che non è vero ciò che l’opposizione scrive sui manifesti apparsi in questi giorni per strada, dicendo che Monopoli non ha i numeri per governare. Anche perché c’è una netta differenza tra il non avere i numeri e cedere a ricatti, visto che l’unica cosa che il PD ha dimostrato di saper fare sul territorio è la stampella, una volta a Falco e questa volta ai dissidenti di Forza Italia.

Un altro dato politico importante che dovrebbe far riflettere la cittadinanza, oltre al fatto che se i forzisti dissidenti faranno realmente appoggio esterno, si potrà tranquillamente governare Caivano è quello che l’opzione “sfiducia al sindaco” non viene proprio presa in considerazione dai dissidenti azzurri, come mai? Due possono essere i motivi, il primo è che forse, viste le enormi pretese avallate in questa consiliatura, i dissidenti sono consci del fatto che alle prossime elezioni saranno di difficile collocazione e che un’esposizione mediatica così feroce abbia fatto traballare le certezze sui propri consensi e quindi meglio tenersi stretta questa poltrona fino all’ultimo. Il secondo motivo è che forse un Monopoli all’opposizione possa far più paura di un Monopoli sindaco, specie per chi dovrebbe costituire l’alternativa naturale al cardiologo caivanese, visto che dopo l’esperienza acquisita al comando della città, l’agilità acquisita nel mettere nero su bianco e spedire tutto agli organi della magistratura, ma soprattutto al dialogo continuo, diretto e aperto con la Procura della Repubblica, farebbe del primo cittadino caivanese una figura troppo scomoda seduta tra i banchi dell’opposizione. Allora perché non continuare a fare la politica come si è sempre fatta, cioè al chiuso tra le stanze delle commissioni e delle riunioni di maggioranza? Questa sarebbe stata la soluzione ideale per chi volesse continuare ad avallare un modello affaristico della res publica, peccato che sulla strada di alcuni ci è finito un sindaco dedito alla denuncia e che ha scoperto l’amore per la trasparenza e la comunicazione.

 

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CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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