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CAIVANO, Perché Monopoli non “sputtana” la sua classe… non dirigente?

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CAIVANO – Un’opinione serve a riflettere e a tentare di aprire un dibattito pubblico su temi che vanno oltre l’attualità e la cronaca. Ecco perché ritengo che sia necessario che si apra un’analisi sul conteso politico caivanese. Quando dovevamo criticare il sindaco Monopoli lo abbiamo fatto senza mediazioni. Quando dovevamo applaudire per i valori che ha messo in campo lo abbiamo fatto dimostrando che siamo realmente liberi e forse gli unici a non avere “condizionamenti” né dettati da motivi economici e nemmeno da strategia politica. A “Minformo” interessa la verità. Non il 50 euro che il politico di turno può elargire e nemmeno quello del politico da servire. Siamo liberi di raccontare i fatti e di dire la verità.

Dopo la premessa indispensabile, partiamo dall’obiettivo del mio editoriale. Si parla sempre e solo del sindaco. E accade solo a Caivano. Tutto è colpa sua se non funziona niente. Se le cose vanno bene i consiglieri comunali fanno a gara a chi si mette al petto la medaglia. Ma la guerra dell’opposizione è contro il sindaco. E’ lui il nemico da abbattere. Mentre i consiglieri sanno bene che a Caivano non hanno valori. Passano da destra a sinistra senza dignità e senza nemmeno pensare al programma. Qui conta altro. Per carità, Monopoli ha avuto il merito di pensionare quella vecchia politica che ha costruito negli anni la Caivano che oggi abbiamo sotto gli occhi di tutti. Ed ha fatto bene. Una nomenclatura di centrosinistra che ha inquinato pure il centrodestra. Ma quella nomenclatura da Semplice in poi resta nell’immaginario collettivo il peggiore responsabile del degrado di Caivano. E questo è un merito storico da riconoscere a Monopoli. Ma il sindaco ha un altro demerito storico: quello di aver selezionato la peggiore classe dirigente di Caivano. Anzi, non ha selezionato classe dirigente e la qualità dei suoi consiglieri lo dimostra. E questa responsabilità resta del sindaco in carica. E quando lui stesso dice di puntare alle prossime elezioni ad una “ulteriore selezione”, sostanzialmente ammette il suo errore, ammette che la classe politica che ha presentato alle Amministrative è incompetente, fallimentare ed ha dimostrato di fregarsene dell’interesse del paese. Non sono accuse lanciate nel vuoto. Ma provate ad analizzare i fatti. Emergenza rifiuti a Caivano. Il sindaco solo a tentare di affrontare la spinosa e drammatica situazione mentre i consiglieri pensano alla gestione. Il primo anno passato tra somme urgenze, servizio civile per amici e “affini”, corsa al blocchetto mensa da elargire in maniera clientelare, un interesse per gli appalti che non si capisce di quale natura sia e soprattutto un interesse a tratti spasmodico per i decreti dei dirigenti. Caivano affonda nella monnezza e nel degrado ereditato dal passato. E i consiglieri cosa fanno? Mettono in crisi il sindaco, lo tirano per la giacca perché non vogliono che alle Politiche sociali ci sia quel dirigente piuttosto che un altro. E affondano il colpo, fanno saltare i consigli comunali, non vanno al Comune, se ne fregano dei problemi; non hanno idea di cosa significhi affrontare la guerra con i responsabili di settore che hanno costruito il “fallimento” a braccetto con la vecchia politica. Loro, i consiglieri, coi responsabili di settore ci vanno piano. Perché bussano alla loro porta. E quando bussano quella è gente che alla lunga chiede il conto perché a Caivano, e solo a Caivano, c’è la pessima abitudine che addirittura in molte fasi storiche alcuni responsabili di settore muovano le fila della politica proprio attraverso quei consiglieri comunali abituati a bussare alle loro porte per motivi lontani dall’interesse collettivo. Una degenerazione, una perversione tutta caivanese, ereditata dal passato e di fronte alla quale Monopoli ha fallito.

La verità è questa: Monopoli sarà sostenuto nella sua guerra al “sistema” e sul fatto che stia lavorando per combattere l’illegalità nessun dubbio; ma non basta. La sua responsabilità peggiore resta quella di aver consentito di varcare la soglia del Municipio a soggetti che non si rivedono nemmeno nel suo programma e nei valori che la coalizione leaderistica ha espresso alle elezioni colpendo l’opinione pubblica attraverso una comunicazione d’impatto e ben articolata. Ma non basta. Se l’amministrazione procede a marcia ridotta è proprio perché non c’è al Comune una classe dirigente responsabile e consapevole del ruolo che riveste. Consiglieri di maggioranza che non votano il bilancio, non votano il risanamento, che non vanno nelle commissioni, che non partecipano, non intervengono, non hanno idee. Scaldano le sedie. “Scaldasedie” che si lamentano di non essere coinvolti. Ma se non vanno al Comune, se non partecipano alle commissioni, se non intervengono in Consiglio, quando ci vanno; se li interroghi e non conoscono nemmeno i problemi del paese, ma su cosa vogliono essere coinvolti? Sulla prebenda da elargire, sull’appalto da gestire, sui dirigenti da nominare, su qualche incarico da dare, su qualche parente o amico da sistemare: questo è il coinvolgimento a cui fanno riferimento? E se le cose stanno così, il sindaco Monopoli ha sbagliato a portarli in politica e sbaglia due volte se continua a difenderli e non li denuncia pubblicamente per inaffidabilità e incompetenza. Eppure, caro sindaco, se fallisci, Caivano chiederà a te il conto mentre questi signori si ricicleranno puntando al prossimo servizio civile, al prossimo appalto, al prossimo parente da sistemare, alla prossima ditta da favorire, al prossimo dirigente da premiare perché elargisce contentini. Il sindaco perché non dice la verità? Perché non dice che mentre lui al Comune cerca di ripristinare la legalità, molti consiglieri lo chiamano solo per incontrarsi a Napoli con Cesaro e tentare di tirarlo per la giacca sui decreti e sulle nomine da fare? La gente lo deve sapere. Deve sapere nomi, cognomi, fatti e circostanze. Perché non è possibile che un intero paese debba essere ostaggio di una classe politica di basso livello ed interessato a tutto tranne che all’interesse collettivo.

“Minformo” continuerà a seguire cosa sta accadendo e non si tirerà indietro nel denunciare con nomi, cognomi e fatti chi, purtroppo, sta lavorando affinché le persone perbene debbano sempre fare un passo indietro in politica a Caivano. Perché la scena deve restare, oggi come ieri, sempre ai peggiori. E il nostro rammarico è che in questa “battaglia” di valori, fino ad oggi, non ci siamo trovati al nostro fianco il sindaco. Chi copre certi soggetti e certe dinamiche è complice. Ecco perché Monopoli deve togliersi la maschera definitivamente e far capire al paese veramente da che parte sta.

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CAIVANO. La Sottosegretaria Pina Castiello e la sua famiglia raggiunti da avvisi di riscossione coattiva per evasione tributaria.

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CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.

Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.

I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.

Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.

Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.

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Caso ranch di Pina Castiello. Nel 2003 ultima data utile per il condono, in quell’area non esisteva nulla.

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CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.

Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.

Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.

Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.

Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.

Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.

E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.

 

Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.

 

Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?

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Il Governo Meloni svuota il “Decreto Caivano”: tagliati 30 milioni di euro

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Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada.
Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.

Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.

Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.

Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.

Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.

Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni.
“Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.

Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.

Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.

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